Se non c’è memoria, non c’è futuro: un ricordo di Stefano Pieralli.

Il 16 aprile di due anni fa ci ha lasciato Stefano Pieralli e ancora non mi sembra vero.
Per quei pochi che non lo conoscevano, Stefano è stato un attivista di lunga data, presente nel movimento fin dall’età di 17 anni, poco propenso ai compromessi di partito o, meglio, a reggere il moccolo a chi ha fatto compromessi di partito, Stefano ha incarnato l’anima critica dell’attivismo LGBTQ+. Mai banale o scontato, la sua visione politica e sociale, il suo metodo di azione e di analisi hanno fatto scuola.

Per Plus, Stefano Tallulah Pieralli è stato uno dei fondatori dell’associazione e punto di riferimento politico.
È grazie a lui se abbiamo dato il via alla prima Rete di Persone LGBT+ Sieropositive in Italia. In un movimento che si occupava (e si occupa) principalmente di diritti per le persone LGBTQ+ e dove quelle stesse persone se HIV positive, dovevano rivolgersi altrove, era chiaro che qualcuno doveva farsi carico di ricostruire una comunità di riferimento che fosse d’aiuto e sostegno, che implementasse le buone pratiche viste in altri contesti e Paesi, che puntasse all’empowerment previsto dai principi di Denver, che cercasse di porre sotto controllo le nuove diagnosi di HIV nella nostra comunità, ancora molto colpita dal virus dell’immunodeficienza.

Con Stefano abbiamo avviato riflessioni politiche che ci hanno portato a prendere la decisione di coinvolgere la politica locale e regionale, gli enti pubblici, nel percorso di lotta contro HIV. Abbiamo scelto di combattere HIV sia pensando alle persone che vivono con HIV, sia in termini di prevenzione aprendo il primo centro di comunità in Italia che offre counselling e test per HIV, HCV e sifilide: il BLQ Checkpoint.
Riflessioni e scelte di ordine politico, ma sempre guidate dalla ricerca scientifica. Cosa che potrebbe sembrare ovvia ma in Italia non lo è affatto, stante la evidente fatica per ottenere che le innovazioni scientifiche entrino a far parte della pratica clinica.

Ne è un esempio lampante il percorso della PrEP che in Italia è stata resa disponibile a pagamento a ottobre 2017 e per tutti a maggio 2023, con buona pace delle nuove diagnosi (FDA in USA ha approvato la PrEP nel luglio 2012!). Un percorso fatto di ritardi e stigma, che ha portato Plus ad aprire un servizio dedicato, il PrEP Point, a marzo 2018, pochi mesi dopo l’autorizzazione di AIFA.
Un percorso di colpevoli ritardi e stigma che vediamo replicare oggi con i nuovi farmaci a lunga durata che, con buona pace dell’efficacia e dell’incremento della aderenza terapeutica, in Italia AIFA sta ancora pensando se autorizzarli.
A Bologna il BLQ Checkpoint è già pronto per avviare uno studio di fattibilità sull’utilizzo dei farmaci a lunga durata erogati nel nostro centro community-based. Purtroppo i ritardi di AIFA e i timori dell’Azienda ospedaliera, hanno bloccato tutto per ora. Tanto per rimarcare quanto la situazione italiana sia complicata da vari potentati con i pazienti in mezzo e per dirvi quanto il lavoro delle associazioni sia vitale in questo quadro.

La lotta per farla finita con HIV, come avete letto, è dura e trova ostacoli a volte anche dove ci si aspetterebbe collaborazione.
Siamo consapevoli di questo e non arretreremo di un passo anche grazie all’efficace lavoro svolto da Stefano Pieralli, un lavoro che continuiamo a portare avanti. Il lento lavoro di HIV ci ha privato di Stefano ma non del suo esempio.

Sandro Mattioli
Plus aps