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Arcigay, Lila, Nadir e Plus hanno inviato una lettera aperta al Commissario dell’Istituto Superiore di Sanità Gualtieri Walter Ricciardi e per conoscenza al Direttore Generale dell’Istituto Superiore di Sanità Lino Del Favero e al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, per chiedere che l’Iss lavori per ottenere un sistema di sorveglianza sull’HIV e AIDS più moderno ed efficiente. Di seguito il testo dell’appello, che ha trovato l’interesse di Rebubblica.it che l’ha pubblicato.

LA LOTTA CONTRO L’AIDS IN ITALIA HA BISOGNO
DI UN ISTITUTO SUPERIORE DI SANITA’ MODERNO EFFICIENTE.
LA PRIORITA’ E’ CONOSCERE LA NOSTRA EPIDEMIA 

Al Commissario dell’Istituto Superiore di Sanità Gualtieri Walter Ricciardi
pc
Al Direttore Generale dell’Istituto Superiore di Sanità Lino Del Favero
Al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin

Bologna, 6 agosto 2014

Egregio Commissario,

come Lei certamente sa fin dai primi anni ’80 l’Istituto che ora è sotto la sua direzione ha tra i propri compiti il monitoraggio e l’elaborazione dei dati epidemiologici relativi ai casi di Aids e, dal 2008 con il decreto di istituzione del registro delle nuove diagnosi di infezione da HIV, deve svolgere la sorveglianza sull’HIV(1). Un ruolo fondamentale che, se svolto adeguatamente, dovrebbe fornire un fotografia dettagliata dell’evoluzione della situazione epidemiologica nel nostro paese e di conseguenza orientare gli interventi di prevenzione mirata.

Purtroppo invece, rileviamo che la nostra epidemiologia nazionale ha molte lacune, tanto che oggi non è disponibile un dato universalmente considerato affidabile su quante persone vivano nel nostro paese con l’infezione da HIV, su quante siano all’anno le nuove diagnosi e quante di queste siano diagnosi tardive. Nemmeno il numero di persone che ogni anno muoiono di Aids è noto, come emerge dalle pubblicazioni dello stesso COA (2, 3) con un gap inaccettabile tra quanto rilevato nel bollettino di sorveglianza (45) e quanto stimato in pubblicazioni scientifiche dello stesso COA (1500).

Da qualche anno infatti i dati provenienti dal sistema di sorveglianza diffusi dal Dipartimento di malattie infettive parassitarie e immunomediate vengono accolti con imbarazzo e scetticismo dalla comunità scientifica e dalle associazioni presenti in Commissione Nazionale Aids e nella Consulta delle Associazioni Aids del Ministero della Salute.

Altra grave lacuna sono i dati di prevalenza e incidenza dell’infezione nelle popolazioni vulnerabili all’HIV, in particolare maschi che fanno sesso con maschi, persone che usano droghe per via iniettiva, persone che si prostituiscono, persone detenute. Su queste popolazioni i pochi dati, quando disponibili, risultano poco affidabili e obsoleti. Questo fa sì che mentre a livello internazionale si mettono in atto strategie mirate a quelle che sono considerate le popolazioni “chiave” sulle quali intervenire tempestivamente, l’Italia ancora una volta rimanga indietro.

Paradossalmente anche un dato banale come il numero dei test per la ricerca anticorpale dell’HIV effettuati annualmente nel nostro paese è mancante. Senza questo dato non si possono capire le oscillazioni di incidenza delle nuove diagnosi, mancando un denominatore certo di quante persone hanno fatto il test.

In generale, la forte impressione che si ricava è che l’eventuale lavoro di approfondimento fatto sia destinato più a pubblicazioni scientifiche in un’ottica autoreferenziale che alla messa a disposizione di un quadro epidemiologico certo, condiviso e soprattutto utile alla programmazione sinergica di strategie e azioni da parte delle stesse istituzioni nazionali e regionali e delle associazioni della società civile.

Pur in presenza di un quadro relativo alla evoluzione clinica della infezione da Hiv radicalmente diverso rispetto a quello che affliggeva il nostro paese negli anni ‘90, non possiamo sottovalutare il carico enorme che questa patologia ha sulla popolazione italiana, soprattutto in presenza di dati dubbi, sottostimati certamente per stessa ammissione del COA di un 30% circa e da molti di noi ritenuti poco affidabili.

Noi non possiamo più tacere sulla scarsa efficacia e attenzione dello stesso Dipartimento di malattie infettive dell’Istituto nell’affrontare questo tema, che genera comunque un forte impatto sociale, sanitario ed anche economico. Inoltre riteniamo indispensabile che i dati siano resi disponibili a tutti gli operatori del settore, agli organi di informazione e alla popolazione nella loro integrità e con adeguata tempestività.

Anche per questo con grande speranza stiamo seguendo le vicende che riguardano l’Istituto e il suo commissariamento voluto dal Ministero della salute. Abbiamo letto con grande interesse le Sue recenti dichiarazioni: “L’Istituto è pertanto in grado, grazie all’impegno del Governo, di proseguire efficacemente la propria attività di ricerca, controllo e formazione, assicurando il perseguimento della propria mission istituzionale.
 L’imminente approvazione dello statuto renderà poi possibile riorganizzare l’Ente ottimizzando l’impiego delle risorse che consentiranno il potenziamento del processo di internazionalizzazione e le capacità di supporto al Servizio Sanitario Nazionale nelle sue diverse articolazioni”

Noi ci appelliamo a Lei auspicando che la ripartenza dell’Istituto e la sua modernizzazione riguardi anche il monitoraggio dell’infezione da Hiv e dei casi di AIDS, perché per ridurre i nuovi casi è necessario capire come si sta diffondendo l’epidemia. Per fare questo abbiamo bisogno di una riaffermazione di impegno del Dipartimento e del COA o forse di nuove energie, anche se ci risulta che i finanziamenti al sistema di sorveglianza non siano certo mancati nel corso di questi ultimi anni.

È fondamentale comprendere come si stia propagando l’infezione, così come è fondamentale mettere in campo politiche di prevenzione e lotta allo stigma e alla discriminazione che, per essere efficaci, su quei dati si devono insindacabilmente basare.

Ci auguriamo che un Suo intervento possa al più presto sanare la situazione e contestualmente diamo la nostra disponibilità ad una cooperazione con l’Istituto, in qualità di portatori di interessi, al fine di poter addivenire nel più breve tempo possibile all’avvio di tutti i correttivi necessari per avere un quadro dell’epidemia più chiaro e condiviso.

ARCIGAY, www.arcigay.it
LILA, www.lila.it
NADIR, www.nadironlus.org
PLUS, www.plus-aps.it

  1. http://www.iss.it/binary/ccoa/cont/7_DECRETO_31_marzo_2008.pdf
  2. http://www.iss.it/binary/ccoa/cont/Dicembre_2013.pdf
  3. http://www.hindawi.com/journals/bmri/2014/209619/

Clicca qui per scaricare la lettera in pdf

NOTA DELLE ASSOCIAZIONI ARCIGAY, NADIR, PLUS

VACCINO TAT DEL CENTRO NAZIONALE AIDS (ISS)
E DICHIARAZIONI STAMPA DEL PROF. GUIDO SILVESTRI (EMORY UNIVERSITY, ATLANTA, GA, USA)

Roma, lì 5 giugno 2014

Durante il congresso ICAR (Italian Conference on AIDS and Retroviruses, http://www.icar2014.it) svoltosi a Roma dal 25 al 27 Maggio 2014, tra i vari aspetti di ricerca affrontati, la Prof.ssa Barbara Ensoli (Direttore del Centro Nazionale AIDS dell’Istituto Superiore di Sanità) e i suoi collaboratori (Prof. Fabrizio Ensoli, Dr. Aurelio Cafaro, Dr.ssa Antonella Tripiciano e Dr.ssa Stefania Bellino) hanno avuto occasione di esporre vari aspetti del progetto italiano “Vaccino contro l’AIDS” basato sulla proteina Tat, tra i quali i risultati dello studio ISS-T002 condotto in Italia su 168 pazienti in trattamento (Clinicaltrials.gov: NCT00751595). Ciò è avvenuto nell’ambito di regole congressuali riconosciute (rispettivamente attraverso una lettura a invito e 4 comunicazioni orali assegnate dagli organizzatori del congresso tramite giudizio anonimo e indipendente di ricercatori pari grado).

Il dibattito nelle sedi congressuali, di ordine scientifico e secondo le regole di normale prassi, ha rilevato notevole interesse per i risultati ottenuti, evidenziando vari aspetti promettenti e anche i limiti degli stessi. Sempre nelle stesse sedi, la Prof.ssa Ensoli ha annunciato che nel breve (entro ottobre 2014) saranno disponibili anche i risultati dello studio ISS-T003 (ClinicalTrials.gov NCT01513135) condotto in Sud Africa su 200 pazienti in trattamento. Questo secondo studio – in doppio cieco, randomizzato e con placebo – se confermerà i promettenti risultati dello studio ISS T-002, costituirà la base di discussione con le autorità preposte per il disegno degli studi registrativi di fase III. In proposito, la Prof.ssa Ensoli ha in seguito rilasciato interviste a varie agenzie di stampa.

Le associazioni Arcigay, Nadir, Plus hanno letto con sorpresa e stupore le articolate considerazioni “a margine” del congresso rilasciate dal Prof. Guido Silvestri (Emory University, Atlanta, GA, USA), presente in sala durante l’esposizione dei dati, che invece in sede opportuna di dibattito scientifico si era solo limitato a rilevare rispettivamente al Prof. F. Ensoli l’assenza di un gruppo di controllo randomizzato nello studio ISS-T002 (al quale il Professor F. Ensoli ha risposto argomentando le ragioni della scelta) e alla Prof.ssa B. Ensoli un aspetto specifico riguardante l’analisi del patrimonio immunologico dei pazienti dello studio (al quale la Prof.ssa B. Ensoli ha ugualmente risposto).

Le scriventi associazioni Arcigay, Nadir, Plus rilevano forti perplessità sul “metodo” utilizzato dal Prof. G. Silvestri per diffondere il suo pur legittimo pensiero, essendo convinte sostenitrici che le questioni scientifiche si devono risolvere nello stesso ambito, nelle sedi adeguate e secondo le regole internazionalmente riconosciute del dibattito stesso. La metodologia utilizzata stupisce ancor di più in quanto il ricercatore in questione (non autore/co-autore della ricerca, ndr) ha avuto tutte le possibilità per poter fare le sue osservazioni durante la discussione in seduta plenaria che è seguita alla presentazione della Prof. B. Ensoli (ossia nelle sedi scientifiche preposte), mentre invece le ha espresse a mezzo stampa e senza la possibilità di un contraddittorio. Inoltre, sempre in sede stampa, si è soffermato più nel dettaglio solo su parte degli aspetti della ricerca stessa, e non ha citato con lo stesso peso i risultati che invece hanno portato gli autori della ricerca a ottenere (tramite le regole internazionalmente riconosciute del dibattito scientifico) l’assegnazione delle 4 comunicazioni orali prima citate, nonché della lettura ad invito.

Queste modalità di operare, oltre ad essere al di fuori delle regole scientifiche, non fanno altro che danneggiare in generale la ricerca sulla lotta all’AIDS, generando distorsioni di pesi e misure dei vari aspetti e mettendo a repentaglio il rapporto fiduciario tra comunità scientifica e comunità di persone con HIV/AIDS. Da tempo, infatti, le persone con HIV/AIDS si attendono risultati in questa importante materia e vorrebbero con forza assistere ad un dibattito bilanciato sul tema, e soprattutto nelle sedi opportune.

Si ricorda che l’area di ricerca in questione è un settore fortemente sensibile considerando l’impatto che eventuali prodotti vaccinali registrati, siano essi preventivi o terapeutici, potrebbero avere non solo dal punto di vista di gestione dell’epidemia, ma anche da quello delle forti implicazioni economiche, compreso la variazione del flusso di denaro all’industria del farmaco.

Questa nota ha lo scopo di diffondere, a chiunque ne fosse interessato, quanto accaduto nella sede citata, a tutela della memoria collettiva.

Riferimenti delle associazioni:
http://www.arcigay.it
http://www.nadironlus.org
https://www.plus-aps.it

Blood Sample TooCome vi piacerebbe fare il test Hiv? A questa domanda vuole rispondere la nuova ricerca di PLUS. Partecipate! Ci vogliono solo 3 minuti: basta cliccare su questo link.

Sono tante le modalità con cui è possibile fare il test Hiv. Nel tentativo di rendere questa procedura semplice e “a portata di mano”, soprattutto per le persone che sono più esposte al rischio di prendersi l’infezione da Hiv, sono stati dieati metodi molto diversi tra loro. Oggi Plus onlus, il primo network di persone LGBT sieropositive, lancia una ricerca per capire qual è la modalità di esecuzione del test che gli italiani vorrebbero.

Si tratta di un breve questionario da compilare a questo link che spiega i vari modi in cui è possibile fare il test e indaga conoscenze e preferenze rispetto a ciascuno di essi. «In Italia, purtroppo, i gay e le persone transessuali sono ancora un gruppo sproporzionatamente colpito dall’Hiv – spiega Sandro Mattioli, fondatore e presidente di Plus onlus – Gli ultimi dati nazionali mostrano come l’unico gruppo di popolazione in cui si registra un aumento del numero di nuove diagnosi di infezione è proprio quello dei maschi che fanno sesso con maschi, siano essi gay o bisessuali. Così, all’interno della popolazione gay c’è un’alta percentuale di persone che vivono con il virus: chi lo ha diagnosticato e segue una terapia efficace nella maggioranza dei casi riesce a tenere sotto controllo l’infezione. Però tante persone, troppe, arrivano tardi alla diagnosi: spesso hanno vissuto per anni senza sapere di avere l’infezione e senza controllarla con la terapia; in questo modo, senza volerlo, potrebbero aver trasmesso il virus ad altri. Ecco perché è importante fare il test frequentemente, almeno una volta all’anno, meglio due per chi ha molti partner sessuali. Noi di Plus abbiamo come obiettivo quello di rendere il test più accessibile alla popolazione LGBT: tra i nostri primi progetti, infatti, c’è quello di aprire un Checkpoint a Bologna dove operatori “alla pari”, cioè gay o trans come gli utenti, opportunamente preparati potranno offrire consulenza ed effettuare il test in completa confidenzialità e gratuità».

Ecco spiegato il senso della ricerca lanciata da Plus: per partecipare cliccare su https://docs.google.com/forms/d/1nHkkck-M04vAYHJ5BlPJhSCB2EPuSt70DIjZI6YHbB8/viewform

 

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Si chiama “IL VIRUS DIMENTICATO” il documentario che Alessandro Gaeta ha realizzato per Speciale TG1 e che è stato mandato in onda in occasione della Giornata Mondiale contro l’Aids. Tra gli esperti intervistati dal giornalista, anche il presidente Plus Sandro Mattioli, Alessandra Cerioli presidente Lila, Simone Marcotullio vic-presidente Nadir, Ada Moznich presidente Ragazzi della Panchina.

“Il virus dimenticato” è un reportage sullo stato della patologia nel nostro Paese dove, nonostante il buon successo delle terapie anti-retrovirali che hanno fermato l’escalation dei decessi e il dilagare dell’epidemia, ogni anno si scoprono quattromila nuovi sieropositivi. Tra il passato dell’Aids che falcidiava soprattutto i consumatori di sostanze iniettive e il presente dell’Hiv che ormai si trasmette quasi del tutto per via sessuale. Nel documentario scorrono le storie di chi convive con il virus, i pareri delle associazioni e le testimonianze di clinici e ricercatori che continuano a combatterlo.

C’è Sandro Mattioli, presidente nazionale Plus, allo speciale TG1 Il virus dimenticato dedicato all’Hiv in onda il 1° dicembre 2013, ore 23.45, in occasione della Giornata Mondiale per la Lotta contro l’Aids.

Lo speciale è stato curato da Alessandro Gaeta e presenta le testimonianze in “chiaro” anche di Alessandra Cerioli, presidente nazionale Lila, e Ada Moznich, presidente Ragazzi della panchina.

Qui sotto, lo spot televisivo del programma.

spot aids domenica.mov from Plus Onlus on Vimeo.

EU Manifesto«Raggiungere il massimo standard possibile di salute per tutti è parte integrante delle società prospere, pietra angolare delle economie ben funzionanti e un principio condiviso delle democrazie europee e dei loro Paesi partner».

In vista delle elezioni europee del 22-25 maggio 2014, i militanti globali della salute in attività nell’Unione Europea hanno unito le forze per inviare il loro messaggio ai partiti politici in lizza, attualmente al lavoro sulle priorità della prossima legislatura.

Tra poco meno di nove mesi, i cittadini europei sceglieranno i propri rappresentanti nel Parlamento europeo, che a loro volta definiranno la direzione politica dell’Unione. E per la prima volta dalla ratifica del Trattato di Lisbona, il nuovo Parlamento eleggerà anche il Presidente della Commissione Europea per il periodo 2014-2018.

Al fine di comunicare ai partiti politici europei l’importanza di migliorare l’accesso universale a cure e informazioni di qualità, tempestive ed economicamente accessibili, Global Health Advocates (l’avvocatura globale per la salute) ha sviluppato un manifesto per la salute globale con i suggerimenti e il sostegno fattivo di 48 organizzazioni europee del settore, in attività nella società civile.

Noi tutti crediamo che l’investimento nella salute globale sia un imperativo morale ed economico inscritto nei valori fondanti dell’Unione Europea e nella sua mission di attore globale. Il manifesto, di una pagina, presenta i nostri messaggi politici più importanti e le nostre raccomandazioni trasversali, e si prefigura come una guida, per il Parlamento e le altre istituzioni europee, in termini di azioni esterne e politiche globali della salute.

Le nostre istanze:

  • Assicurare un finanziamento adeguato e coerente per la salute globale in tutto l’ambito politico europeo;
  • Allocare il 20% dell’intera quota europea di cooperazione allo sviluppo nei settori della salute e dell’educazione primaria;
  • Investire in ricerca e sviluppo per nuove e migliori forme di prevenzione, per strumenti diagnostici, trattamenti e risorse al momento insufficientemente fornite dal mercato, allo scopo di fronteggiare le minacce globali più urgenti alla salute;
  • Esplorare il potenziale di meccanismi innovativi di finanziamento allo sviluppo, e sfruttare la tassa sulle transazioni finanziarie per aumentare i budget della cooperazione internazionale;
  • Assicurarsi che il dialogo europeo sulla futura agenda internazionale dello sviluppo si concentri sulla salute quale obiettivo chiave per uno sviluppo sostenibile;
  • Assicurarsi che gli accordi europei politici, giuridici e commerciali non diventino barriere per l’accesso a medicinali salvavita;
  • Assicurare lo sviluppo di una strategia globale della salute orientata all’azione e attenta alle scadenze, al fine di rispettare gli impegni europei in tema di salute globale.

Tutti insieme condurremo campagne a livello nazionale ed europeo affinché i nostri futuri rappresentanti prendano in seria considerazione questi nostri suggerimenti.

articolo originale di Pauline Pruvost tradotto da Simone Buttazzi

Alert Il Ministero della Salute ha comunicato l’insorgenza di casi e cluster di meningite da meningococco di gruppo C, altamente virulento, in omosessuali maschi: a New York dal 2010 e, più di recente, anche in Francia e Germania.
In marzo si era verificato un caso anche in Belgio (Info).
L’agente patogeno di questa malattia, la Neisseria meningitidis, è trasmesso da persona a persona attraverso le goccioline nasofaringee (droplets) a partire, in particolare, dai portatori sani; i momenti di aggregazione facilitano la trasmissione.

La meningite da meningococco, di norma, è più frequente tra le persone che hanno fattori di rischio quali:

  • immunodepressione
  • la mancanza o il mal funzionamento della milza
  • le emoglobinopatie
  • deficit dei fattori del complemento (elemento essenziale del sistema immunitario nei meccanismi di difesa contro gli agenti infettivi)
  • il trapianto di midollo, ecc.

La Regione Emilia Romagna, da tempo, persegue l’obiettivo di aumentare il livello di protezione delle persone che hanno queste patologie o condizioni offrendo loro la vaccinazione.
Diamo la massima diffusione a queste notizie e informazioni sia per aumentare il livello di sensibilità sull’argomento, sia per indirizzare le persone con fattori di rischio ai Servizi di Igiene pubblica per la vaccinazione.

Sandro Mattioli
Presidente
Plus Onlus

È stato pubblicato il programma degli eventi legati al Pride di Catania che quest’anno si chiama Un Pride in Plus anche a sancire il gemellaggio con la nostra associazione.

catania-pride

Lunedì 24 giugno – ore 19.00
START
Cortile CGIL, via Crociferi, Catania
Presentazione del documento politico del Catania Pride 2013 “Festa dell’Orgoglio Omosessuale e Transessuale – Un Pride in Plus!”.
Interverranno:
Stefano Pieralli, vice-presidente di Plus onlus
– Fabio CampisiChiara Frasca, Lila Catania
Proteggiti, semplicemente: le malattie a trasmissione sessuale

Martedì 25 giugno – dalle 12 alle 18
Workshop di Drag King
Arcigay Catania, via V. Emanuele 245, Catania
a cura di Eyes Wild Drag
ore 19.00
Queer Feminity e Performatività Fem
Cortile CGIL, via Crociferi, Catania
Una chiacchierata in compagnia di Eyes Wild Drag e Fauxnique attraverso la performatività al femminile e tracciando il bilancio della prima Fem Conference italiana tenutasi il 2 giugno 2013 al Teatro Valle Occupato di Roma
a seguire
Documentari e cortometraggi
Whit Conviction, di Dulce Garcia (USA 2011, documentario, 15′)
The Faux Real, di Suzanne Hillinger (USA 2010, documentario, 15′)
Fem, di Campbell X (GB 2007, 9′ 30″)
Louise De Ville, Portrait of a Bad Girl, di Chriss Lag (FR 2011, documentario, 48′)

Mercoledì 26 giugno – dalle 12 alle 18
Workshop di Drag King
Arcigay Catania, via V. Emanuele 245, Catania
a cura di Eyes Wild Drag
ore 19.00
Le ceneri dell’usignolo – Pasolini nell’era di Faceook
Cortile CGIL, via Crociferi, Catania
Sarà proiettato il cortometraggio Feroluni. Mostra fotografica Neropasolini. Con Fabrizio Cavallaro.
ore 20.00
Si riapre una ferita sul martirio di Pasolini: uno scrittore scomodo tra Eros e religiosità
Cortile CGIL, via Crociferi, Catania
con Riccardo di Salvo.
ore 21.00
The Drag Fem Show
Cortile CGIL, via Crociferi, Catania
con Fauxnique (USA) e Eyes Wild Drag (Ita).

Giovedì 27 giugno – ore 19.00
Mario Mieli Trent’anni dopo
Cortile CGIL, via Crociferi, Catania
Presentazione del libro edito dal circolo di cultura omosessuale Mario Mieli; con Saverio Fichera.
ore 21.00
Stonewall show
Cortile CGIL, via Crociferi, Catania

Venerdì 28 giugno – ore 19.00
Corpi mutanti
Cortile CGIL, via Crociferi, Catania
Indizi di mutazioni in letteratura, poesia e arti visive. Con Elisa Calabrò (Ossidi di ferro), F. Alessandro Motta (Ossidi di ferro, Arcigay Catania), Gianpaolo de Pietro (Incerti Editori) e Francesco Balsamo (Incerti Editori).
ore 21.00
Tabarin
Cortile CGIL, via Crociferi, Catania
di e con Sally Cosentino
ore 23.00
Pride Pool Party
Pegaso’s estivo, Catania
festa di autofinanziamento del Pride – ingresso politico euro 3

Sabato 29 giugno – ore 17.30
Parata del Catania Pride 2013
Concentramento in piazza Cavour e arrivo in piazza Vincenzo Bellini (piazza Teatro Massimo), Catania
festa dell’orgoglio omosessuale e transessuale
ore 23.00
Festa conclusiva del Pride
Pegaso’s estivo, Catania

bloodworkLo scorso 12 aprile 2013 i Ministeri della Salute e del Lavoro hanno pubblicato una Circolare congiunta intitolata “Tutela della salute nei luoghi di lavoro: Sorveglianza sanitaria-Accertamenti pre-assuntivi e periodici sieropositività HIV- Condizioni esclusione divieto effettuazione”. La Circolare, contenuta anche nella Relazione finale della Commissione nazionale per la lotta contro l’Aids 2009-2013, vuole rispondere alle “numerose richieste di chiarimenti in merito alla liceità o meno dell’effettuazione di accertamenti pre-assuntivi e periodici riguardanti l‟eventuale stato di siero-positività dei lavoratori” giunti in seguito a presunte violazioni “alla previsione del comma 3, lettera c, dell‟art 41 del Decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, che vieta, nel corso della sorveglianza sanitaria, accertamenti sanitari che potrebbero porre in essere atti di discriminazione nei confronti di soggetti risultati positivi a detto esame”.

Plus onlus ha chiesto a Giuseppe Eduardo Polizzi, Avvocato del foro di Milano, dottore di ricerca in Diritto Pubblico e assegnista di ricerca in Diritto costituzionale, di spiegare in sintesi il pronunciamento ministeriale.

“Le questioni su cui il Ministero offre una propria interpretazione sono due:
A) La prima concerne la legittimazione dell’accertamento pre-assuntivo della sieronegatività, come condizione necessaria perché il lavoratore risulti idoneo a uno specifico servizio.
B) La seconda riguarda la legittimazione dell’accertamento di serionegatività durante la cosiddetta “sorveglianza sanitaria” (accertamenti medici periodici) sul lavoratore.
Il Ministero, in estrema sintesi, afferma come regola l’illegittimità dell’accertamento di sieronegatività come condizione per un determinato lavoro così come afferma l’illegittimità all’interno della sorveglianza sanitaria degli accertamenti di serionegatività.
In via eccezionale l’accertamento della condizione di serionegatività è ammesso qualora, nell’esercizio dell’attività lavorativa, vi sia la sussistenza di una effettiva condizione di rischio per i terzi e quindi un concreto e reale rischio di contagio in occasione e in ragione dell’esercizio dell’attività stessa (da verificarsi caso per caso).
Il Ministero afferma che i casi in cui si rende necessario accertare la siernegatività, sub A) e B) (con l’individuazione dei profili professionali e delle mansioni) dev’essere indicato preventivamente nel documento di valutazione rischi, che ogni azienda è obbligata a redigere e aggiornare.
Nel caso di contenziosi, sarà il datore di lavoro a dover dimostrare la necessità del test HIV. Pena, le conseguenze di legge previste.
Inoltre, il lavoratore potrà nel caso vantare un diritto al risarcimento del danno nel caso di esito positivo del test HIV comunicato al lavoratore senza il suo consenso, per violazione del proprio diritto alla riservatezza.

A tal riguardo si rimanda a una breve nota dell’avvocato Polizzi alla sentenza Cassazione – Sezione terza – sentenza 14 novembre 2008 – 30 gennaio 2009, n. 2468 pubblicata sul sito http://www.retelenford.it/articolo/hiv-e-diritto-alla-riservatezza.

Giulio Maria Corbelli presenta l’abstract “Useresti la PrEP? Risultati di un sondaggio nazionale tra gli MSM”, realizzato da Plus onlus.

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