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Le associazioni che si occupano di HIV hanno inviato una lettera aperta al Ministro della Salute Speranza per chiedere un incontro per rilanciare i servizi e mettere in guardia dal rischio di una ripresa dell’infezione da HIV nel Paese. Di seguito il testo integrale.

Ministro della Salute Onorevole Roberto Speranza

e.p.c.
Conferenza Stato regioni
Sezione L del Comitato Tecnico Sanitario del MdS

Onorevole Ministro,

ci rivolgiamo a Lei e alle istituzioni italiane che, a vario titolo, governano gli interventi sull’HIV nel nostro paese, esplicitando la nostra profonda preoccupazione rispetto al futuro della cura per le persone che vivono con HIV (PLWHIV) e degli interventi di prevenzione nel nostro paese.

L’impatto maggiore della pandemia da COVID-19 si è concentrato, com’è noto, sul comparto medico infettivologico del Sistema Sanitario Nazionale, cui vanno i nostri più sinceri ringraziamenti. La fase emergenziale ancora in atto sta, tuttavia, limitando a molte PLWHIV l’accesso ai servizi di cura e assistenza presso i reparti di malattie infettive. Gran parte dei centri italiani, hanno quasi totalmente sospeso le visite di controllo, i prelievi, gli esami diagnostici e di approfondimento; in molti casi risulta complicata anche la consegna dei farmaci antiretrovirali, farmaci salva-vita, lo ricordiamo, per tutte le persone con HIV

Siamo consapevoli del fatto che questa fase emergenziale avrà, purtroppo inevitabilmente, strascichi che dureranno nel tempo, anche ben oltre la fase 2, e che i problemi che oggi gravano sui centri di malattie infettive e sulle PLWHIV, potrebbero proseguire a lungo. Per questo pensiamo sia fondamentale che le istituzioni competenti si attivino quanto prima affinché siano ripristinati e garantiti adeguati standard di cura e assistenza su tutto il territorio nazionale.

Per le PLWHIV il rapporto con il centro di cura e con il proprio infettivologo è fondamentale. La disponibilità di competenze mirate, l’accesso a indagini strumentali e visite specialistiche per le comorbilità, la possibilità di prevenire i danni causati dalle terapie antiretrovirali sono impegni previsti dalle linee guida nazionali e internazionali, tanto più necessari nel nostro paese, vista l’elevata quota di PLWHIV over 50.

Il sistema italiano di cura dell’HIV è portato ad esempio nel mondo per qualità e competenza; come ben sa l’impatto positivo di tale impegno sulla salute pubblica e sull’andamento dell’infezione è enorme in quanto limita fortemente la diffusione del virus. L’accesso tempestivo alle terapie e un’assistenza di qualità consentono, infatti, di avere un’altissima percentuale di persone con HIV, oltre al 90%, in soppressione virale e, dunque, in stato di non-infettività. I dati dell’ultimo bollettino dell’ISS (novembre 2019) sull’andamento dell’HIV nel nostro paese sono lì a dimostrarlo.

La forte pressione provocata sul sistema di diagnosi, cura e prevenzione dell’HIV dalla pandemia di SARS- CoV 2 sta tuttavia limitando fortemente gli spazi di cura. Le nostre organizzazioni sono subissate da messaggi di preoccupazione e richieste d’aiuto da parte di persone con HIV cui sono state posticipate visite, controlli e analisi anche di tre o quattro mesi e che ci chiedono quando questa situazione potrà finire. Le nostre organizzazioni, si sono dovute attivare anche per far fronte ai tantissimi problemi che il lockdown ha creato per il ritiro di farmaci. Molte PLWHIV sono rimaste bloccate in regioni diverse da quelle in cui sono in cura e in cui, solitamente, ricevono le terapie antiretrovirali; altre sono bloccate in altri paesi con il terrore di rimanere senza i trattamenti antiretrovirali. Stiamo rispondendo a queste richieste d’aiuto organizzando servizi di consegna o spedizione di farmaci per chi non potesse ritirarli. Ci preoccupa, tuttavia, la possibilità che qualcuno/a possa essere costretto/a interrompere i trattamenti.

La stessa preoccupazione riguarda il destino delle attività di diagnosi e prevenzione, che risultano interrotte, praticamente, in ogni regione.

Tutti i servizi di offerta del test HIV sono stati ridotti se non sospesi; altrettanto è accaduto, sempre per le restrizioni anti-COVID, ai servizi di testing gestiti dalle associazioni. Si tratta di un problema gravissimo per il nostro paese, tra quelli in Europa che ha una delle percentuali più alte di late presenters e in cui le persone inconsapevoli di avere l’HIV, rappresentano la quota più importante di diffusione dell’infezione.

Allo stesso modo sono stati sospesi o ridimensionati i pochi interventi di riduzione del danno rivolti a persone che usano droghe, servizi già fortemente osteggiati, poco diffusi ed ora praticamente azzerati a causa delle restrizioni. A tal proposito, vorremo ricordare quanto accaduto in Grecia nel 2011 a seguito della crisi economica e dei drammatici tagli al welfare imposti dai diktat europei: tra chi consumava droghe, proprio in quegli anni, tornarono a registrarsi fortissimi incrementi d’infezione da HIV con conseguente ripresa generale1 della diffusione del virus .

Anche i pochi ambulatori presenti in Italia per l’erogazione della PrEP, la Profilassi pre-Esposizione in grado di evitare il contagio da HIV, sono stati momentaneamente chiusi, interrompendo un servizio di prevenzione, che, per quanto in Italia sia poco promosso e sostenuto, permetteva comunque a un’altra importante quota di popolazione di accedere a strumenti e consulenze di carattere preventivo.

Tutto da valutare è, infine, anche il destino dei già esigui interventi di prevenzione rivolti al mondo della scuola e delle università, alla tutela della salute dei migranti, dei/delle sex workers, e al sistema penitenziario, attività che le nostre organizzazioni portano avanti da anni non sempre adeguatamente sostenute dalle istituzioni competenti.

OMS, UNAIDS 2,3 e tutte le agenzie di salute globale, così come i principali network internazionali 4, hanno richiamato fin da subito i governi sull’importanza di garantire, anche in questi momenti di emergenza COVID, i servizi per le PLWHIV e sulla necessità di compiere ogni sforzo per facilitarne l’accesso, anche in ragione della complessità della patologia e del suo controllo. Agli Stati Membri viene, inoltre, raccomandata anche la prosecuzione di tutte le attività di prevenzione e di screening dell’HIV per evitare che i livelli di diffusione del virus possano tornare a crescere; questo, anche in ragione del fatto che la pandemia da COVID tra qualche tempo potrà essere superata mentre, purtroppo, quella da HIV, per la quale non esistono cure definitive o vaccini, resterà attiva ancora per anni.

Per queste ragioni chiediamo a Lei e alle altre Istituzioni competenti un impegno sostanziale a far sì che le raccomandazioni internazionali siano accolte e rispettate. Ci attendiamo, di conseguenza, che vengano rapidamente posti in essere atti concreti in grado di garantire spazi di cura adeguati alle PLWHIV e servizi di prevenzione accessibili a tutti i cittadini e le cittadine, soprattutto alle key population.

Per poter concertare soluzioni concrete a breve per i servizi per l’HIV, chiediamo un immediato e costruttivo confronto con Lei, le sezioni L e M del Comitato Tecnico Sanitario e le altre autorità competenti, certi che questo drammatico frangente, possa comunque favorirne anche l’innovazione e il miglioramento.

Roma, 4 maggio 2020

LILA, ASA, NADIR, PLUS, ANLAIDS, ARCIGAY, CNCA, CICA, M.MIELI, CARITAS, S. BENEDETTO AL PORTO, COMITATO DIRITTI CIVILI DELLE PROSTITUTE, GAYNET, ARCOBALENO AIDS, BALNE, DIANOVA, AIRA, ESSERE BAMBINO, MIT, VILLA MARAINI, FORUM AIDS, CNV, SAN PATRIGNANO, NPS, I RAGAZZI DELLA PANCHINA, CRI, GRUPPO ABELE

1 – https://www.eurosurveillance.org/content/10.2807/ese.16.48.20032-en
2 – https://www.who.int/news-room/q-a-detail/q-a-on-covid-19-hiv-and-antiretrovirals
3 – https://www.unaids.org/sites/default/files/media_asset/human-rights-and-covid-19_en.pdf
4 – https://drive.google.com/file/d/1O72tQMQHNhlTH_CGW9TBgxfg81riDpwk/view

E’ indetta l’assemblea dei soci e delle socie di PLUS – Persone LGBT+ Sieropositive – per il giorno 9 maggio alle ore 18.

In ordine del giorno è prevista l’elezione degli organi statutari. Di seguito il documento di convocazione dell’assemblea.


Il BLQ Checkpoint resta chiuso fino a nuova ordinanza, ma tutti i volontari restano a disposizione per un colloquio di ascolto e sostegno telefonico.

Il numero verde dedicato 800 586992 è attivo lun-ven 18-20

Vi ricordiamo di seguire le linee guida ministeriali rispetto al contenimento del coronavirus
http://www.salute.gov.it/nuovocoronavirus

Venerdì positivi al BLQ Checkpoint

Anche nel 2020, prosegue il calendario di appuntamenti mensili dedicati ai maschi gay che vivono con l’Hiv. I Venerdì Positivi sono incontri informali, non sono gruppi di auto-aiuto: ciascun incontro è incentrato su un tema – sintetizzato nel titolo – sul quale i partecipanti sono invitati, se lo desiderano, a condividere i loro pensieri o le loro esperienze. 

Venerdì positivi si svolgono una volta al mese, al BLQ Checkpoint di Bologna (via San Carlo 42/C). Pur essendo pensati per uomini omosessuali sieropositivi, gli incontri sono aperti a chiunque, nel più totale rispetto della privacy e in un ambiente accogliente.

Di seguito il programma per i mesi da gennaio a giugno 2020. Cliccando sul titolo si sarà indirizzati al relativo evento Facebook.

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La Giornata mondiale per la lotta contro l’Aids a Bologna si celebra sabato 30 novembre presso il Teatro Testoni con la serata organizzata dal coro gay Komos e da Plus intitolata “Rosso di Sera”.

“Rosso di sera”, varietà musicale ideato insieme da Komos – coro LGBT di Bologna Plus Onlus per la Giornata Mondiale per la lotta contro l’Aids 2019, propone un viaggio nel tempo dagli anni ‘80 ai nostri giorni e verso il futuro: un “intervallo musicale” che ha visto l’avvento del virus Hiv, il diffondersi dell’epidemia, la lotta delle persone contagiate, dapprima per la propria sopravvivenza e poi per fermare il progredire dell’infezione, nei propri corpi e nella comunità.

In oltre trent’anni, mentre i musicisti componevano bellissimi brani e i ricercatori progredivano nelle scoperte scientifiche, le persone con Hiv hanno dovuto lottare sempre contro lo stigma disumano che le colpisce. Oggi, grazie alle terapie, chi ha contratto il virus non lo può trasmettere: dobbiamo costruire una nuova narrazione dell’infezione e abbattere il muro eretto dall’ignoranza e dalla paura. Con “Rosso di sera” Komos e Plus Onlus vogliono sgretolare questo muro, usando intrattenimento e divulgazione, leggerezza e profondità, fra memorie passate, cronache attuali e visioni del futuro.

In “Rosso di sera”, il ruolo di narratore è affidato a Mark S. King, autore e attivista statunitense di fama internazionale, che proporrà un percorso lungo gli effetti dell’Hiv sui singoli e sulla comunità; ad affiancarlo, i membri di Plus Onlus. Il racconto di King, non privo di letture sorprendenti, punteggerà la ricca scaletta di brani eseguiti dal coro Komos e dai favolosi ospiti della serata: Omphalos Voices, coro LGBT di Perugia; Paula Lovely, “dragtivista” e performer da Lisbona; Ava Hangar, Miss Drag Queen Italia 2019. Presenta il varietà Matteo Miglio.

“Rosso di sera” sarà una macchina del tempo, costruita da coro Komos e Plus Onlus con i loro ospiti, e alimentata di musica, parole e immagini. La partenza è prevista Sabato 30 Novembre 2019 alle 20:45 dal Teatro Testoni di Bologna (via Giacomo Matteotti, 16).

“Rosso di sera” è inserito nel “Patto generale di collaborazione per la promozione e la tutela dei diritti delle persone e della comunità LGBTQI nella città di Bologna” e fa parte di “In coro contro AIDS 2019”, il cartellone coordinato da Cromatica, associazione nazionale dei cori arcobaleno. Il ricavato della serata sarà devoluto al sostegno delle attività di informazione, prevenzione e advocacy di Plus Onlus.

Rosso di sera – varietà musicale per la Giornata Mondiale per la lotta contro l’Aids 2019
30 Novembre 2019 – ore 20:45
Teatro Testoni (via Giacomo Matteotti, 16 – Bologna)

CONTATTI:
Per Komos: Marco Boscolo (+39.349.308.8281)
Per Plus Onlus: Pietro Tomasi (+39.339.883.6340)

GLI ORGANIZZATORI

Komos – coro LGBT

Komos – coro LGBT di Bologna è un’associazione di promozione sociale che usa la musica per promuovere una cultura di valorizzazione delle differenze nei confronti di tutti gli orientamenti sessuali e identità di genere. Il repertorio spazia dalla musica di autori come il bolognese Adriano Banchieri (1568 – 1634), passando per l’opera e la classica contemporanea. 

Accanto alla cosiddetta musica “alta”, Komos sviluppa un repertorio di arrangement i di canzoni pop internazionali, soprattutto di autori particolarmente rilevanti per la comunità LGBT+. 

Komos, in collaborazione con AERCO (Associazione Emiliano-Romagnola Cori) e AltrEdizioni Casa Editrice, organizza Komos International Choral Composition Competition,  concorso internazionale di composizione riservato a brani originali composti per la configurazione TTBB e che tratti esplicitamente temi legati alla cultura LGBT+.

Negli oltre dieci anni di attività ha calcato palchi in Italia e in Europa ed è l’organizzatore di Various Voices 2022, il festival del cori arcobaleno europei che si terrà a Bologna nel giugno 2022.

Plus Onlus

Plus Onlus è la prima associazione italiana di persone LGBT+ che vivono con Hiv. Fondata a Bologna nel 2012, opera affinché la comunità LGBT+ colpita o coinvolta da Hiv sviluppi gli strumenti necessari all’impegno diretto nella lotta contro gli stigmi; inoltre promuove campagne nazionali di rivendicazione, divulgazione e prevenzione, basate sullo studio continuo delle evidenze scientifiche. 

Nel 2015 Plus Onlus ha creato a Bologna il BLQ Checkpoint, primo centro comunitario italiano che fornisce un servizio continuativo e gratuito di test, informazione e supporto su Hiv, altre infezioni a trasmissioni sessuali, salute sessuale in generale: il checkpoint di Bologna è ormai diventato un riferimento per la popolazione LGBT+ e non, proveniente da tutta la regione e oltre. 

Il servizio di test del BLQ Checkpoint è sostenuto da una convenzione con Regione Emilia Romagna e Comune di Bologna e può essere erogato solo grazie al lavoro di un prezioso gruppo di volontari. Le altre azioni di Plus Onlus sono supportate esclusivamente da donazioni di privati e aziende.

GLI OSPITI

Mark S. King

Mark S. King è un celebre blogger statunitense, autore poliedrico e oratore coinvolgente. Mark è soprattutto un attivista impegnato nella causa dell’Hiv/Aids da quando è risultato positivo nel 1985. Il suo blog, “My Fabulous Disease” (ovvero “La mia malattia favolosa”), sin dal titolo, sa coniugare ironia e leggerezza con autorevolezza e impegno. Mark è un riferimento in tutto il mondo per persone sierocoinvolte e i suoi testi hanno vinto svariati premi.

Paula Lovely

Dragtivista favolosa, antirazzista e antifascista, Paula Lovely compare nel 2017, quando si decide ad animare spazi di resistenza queer dei quartieri storici di Lisbona. Passa rapidamente dal cabaret più leggero e ridanciano ad una ricerca artistica che si fa voce di un impegno sociale: quello di riscrivere nel segno della visibilità e dell’orgoglio la narrativa contemporanea sulla sieropositività. Ha collaborato con diversi artisti, produzioni, teatri e festival ed è stata testimonial di campagne Hiv in vari Paesi, nonché madrina del Pride di Lisbona nel 2019.

Omphalos Voices

Omphalos Voices è il coro dell’associazione Omphalos ed è stato fondato a Perugia nel 2015. Le persone di Omphalos Voices credono che la valorizzazione delle differenze, il confronto e il rispetto delle identità, l’inclusione di tutte e di tutti debbano essere valori comuni, un patrimonio dell’intera società e che le dinamiche di un coro siano l’ambiente ideale per esprimere al meglio la sinergia tra voci diverse che puntano all’armonia di insieme. Omphalos Voices ha lo scopo di creare un ambiente musicale aperto a tutte le persone che credono nell’uguaglianza contro ogni discriminazione. Omphalos Voices risponde all’odio con la musica, all’ignoranza con la bellezza, all’intolleranza con la passione. Il coro è diretto dal maestro Sergio Briziarelli.

Ava Hangar

Oltre che dalla volontà di esplorare l’intrattenimento come arte performativa, Ava nasce dal desiderio di Riccardo di affrontare uno spettacolo da solo. I primi passi arrivano in occasione di Moonlight Swing, spettacolo scritto e diretto da Riccardo insieme a Stevie Boyd e prodotto dalla FLIC Scuola di Circo nel 2018. Nell’agosto del 2019, a Torre del Lago Puccini, nella cornice del Mamamia, viene eletta Miss Drag Queen Italia dopo aver conquistato il titolo regionale, Miss Drag Queen Piemonte e Valle d’Aosta, a maggio dello stesso anno.

Prosegue il calendario di appuntamenti mensili dedicati ai maschi gay che vivono con l’Hiv. I Venerdì Positivi sono incontri informali, non sono gruppi di auto-aiuto: ciascun incontro è incentrato su un tema – sintetizzato nel titolo con una parola – sul quale i partecipanti sono invitati, se lo desiderano, a condividere i loro pensieri o le loro esperienze. 

Venerdì positivi si svolgono una volta al mese, al BLQ Checkpoint di Bologna (via San Carlo 42/C). Pur essendo pensati per uomini omosessuali sieropositivi, gli incontri sono aperti a chiunque, nel più totale rispetto della privacy e in un ambiente accogliente.

Di seguito il programma per i mesi da settembre a dicembre 2019. Cliccando sul titolo si sarà indirizzati al relativo evento Facebook.

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Vieni a fare una esperienza straordinaria nel primo centro community based per la salute sessuale di Bologna.

Plus Onlus, Persone LGBT Sieropositive, cerca infermieri professionali che vogliano contribuire all’attività di offerta di test per HIV, HCV e altre infezioni sessualmente trasmissibili agli utenti – in massima parte LGBT – del BLQ Checkpoint, il primo centro community based per i servizi di salute sessuale al di fuori dell’ambiente ospedaliero.

Al BLQ Checkpoint opera un gruppo di volontari, composto soprattutto da persone gay con HIV, per portare il tema della salute sessuale al di fuori dell’ambiente ospedaliero, più a contatto con la comunità LGBT con una particolare attenzione ai maschi gay e agli altri maschi che fanno sesso con maschi (MSM). L’azione di Plus Onlus è fortemente centrata sul supporto fra pari, ossia la comunità che offre servizi alla comunità stessa, nella logica di rivolgersi ai servizi ospedalieri quando serve. Cerchiamo di portare fuori dall’ospedale tutto quello che può essere gestito dalla community stessa.

Da qui nasce l’idea del BLQ Checkpoint, il primo centro community based condotto da operatori alla pari aperto in Italia nel 2015, grazie ad una convenzione fra Comune di Bologna, Azienda Sanitaria di Bologna e Plus Onlus in qualità di soggetto attuatore.

Le attività del BLQ Checkpoint prevedono l’esecuzione di test rapidi per HIV, HCV e altre infezioni sessualmente trasmissibili. I volontari di Plus Onlus si occupano dell’accoglienza e della gestione dell’utente durante il test. Agli infermieri volontari si chiede di eseguire i test rapidi. È prevista una formazione con il duplice scopo sia di illustrare le modalità di esecuzione dei test, sia di condivisione dell’approccio alla base dell’attività di Plus e del BLQ Checkpoint.

È richiesta una copertura assicurativa con estensione relativa al contagio HIV/HCV.

Gli orari di apertura del centro sono i seguenti:

lunedì e mercoledì dalle 18 alle 21 programma Sex Check
martedì e giovedì dalle 18 alle 21 BLQ Checkpoint

Ti chiediamo di regalarci un poco del tuo tempo (basta anche un solo turno al mese!) per consentire il proseguimento della esperienza del BLQ Checkpoint, considerato in tutta Italia un modello di lotta all’HIV da prendere ad esempio. Siamo certi che si rivelerà essere anche per te una esperienza molto appagante.

Per ulteriori informazioni e appuntamento per colloquio, info@plus-onlus.it. È gradito l’invio del curriculum vitae.

Come ogni anno, il presidente di Nadir onlus, Filippo von Schloesser intervista alcuni degli scienziati italiani che partecipano alla Conference on Retroviruses and Opportunistic Infections (CROI). Quest’anno il più importante appuntamento scientifico mondiale sull’HIV si è tenuto a Seattle, dal 4 al 7 marzo. Ecco il colloquio di Filippo von Schloesser con Antonella Castagna del San Raffaele di Milano e Massimo Andreoni del Policlinico Tor vergata di Roma.

Una delle notizie principali che vengono dalla conferenza CROI 2019 – il più importante appuntamento scientifico su HIV/AIDS – sarà di una persona che potrebbe essere il secondo caso di cura dell’infezione da HIV in seguito a un trapianto di cellule staminali.

Anche se i risultati dovevano essere presentati il ​​primo giorno della conferenza, la rottura dell’embargo da parte dei media mainstream, incluso il New York Times, ha fatto sì che i risultati arrivassero sui giornali prima che lo studio fosse presentato. L’autore principale dello studio, Ravindra Gupta dell’Università di Cambridge, è anche stato intervistato nell’articolo del NYT. 

Lo studio è stato condotto da una squadra internazionale di ricercatori dei Paesi Bassi, Spagna e Regno Unito. [1] Ulteriori dettagli del caso del Regno Unito sono inclusi nel documento che dovrebbe essere pubblicato su Nature, ma che ha anche avuto un embargo rotto. [2]

I risultati riproducono le circostanze che hanno curato Timothy Ray Brown (il paziente di Berlino) dieci anni fa [3], ma sono importanti perché avrebbero ottenuto la remissione dell’HIV con un trattamento meno aggressivo.

Il caso del Regno Unito si riferisce a un uomo HIV positivo con HIV CCR5-tropico (cioè il virus con cui era infettato era del tipo più diffuso che utilizza una proteina chiamata CCR5 per entrare nelle cellule); l’uomo ha avuto la diagnosi di HIV nel 2003 e ha iniziato il trattamento dell’HIV (efavirenz/ TDF/FTC) nel 2012. Poco dopo aver iniziato la terapia è stato anche diagnosticato con un linfoma di Hodgkin in stadio avanzato che non ha risposto alla chemioterapia di prima linea (ABVD) o a diverse combinazioni di salvataggio.

Questo paziente è stato sottoposto a trapianto di cellule staminali ematopoietiche allogeniche (cioè cellule provenienti da un donatore diverso da lui e che erano capaci di creare le cellule sanguigne, gli sono state infusi 3,6 milioni di cellule CD34 + / kg) come trattamento per il linfoma.  Sono state utilizzate cellule di un donatore proveniente da un registro internazionale che era anche omozigote per la delezione del delta-32 CCR5 (si tratta di una variante genetica per la quale le persone che ne sono portatrici non sviluppano sulle loro cellule la sostanza CCR5 che serve al virus per entrarvi). Il donatore era compatibile in maniera vasta ma non completa (9/10 – con una mancata corrispondenza allelica con HLA-B). La terapia di induzione è proseguita con lomustina, ciclofosfamide, citarabina ed etoposide (LACE) e le cellule T sono state deplezionate (cioè è stato ridotta la capacità del suo sistema immunitario originale per ridurre il rischio di rigetto del trapianto) con condizionamento a ridotta intensità utilizzando anti-CD52 (alemtuzumab). La ciclosporina A e il metotrexato a breve corso sono stati usati come profilassi per la malattia da trapianto contro ospite (GvHD).

Durante la chemioterapia, l’ART è passata a raltegravir/TDF/FTC e quindi a rilpivirina/dolutegravir/3TC (dopo che sono sviluppate delle resistenze K65R e M184V durante un breve periodo di rebound virale).

A differenza del paziente di Berlino, il paziente britannico non ha subito irradiazione completa del corpo (cioè annullamento totale del proprio sistema immunitario), ma ha anche sperimentato solo lieve GvHD (grado 1), in questo caso con febbre e sintomi gastrointestinali al giorno 77. L’ART è stata mantenuta per tutto il tempo e per 16 mesi dopo il trapianto. A seguito di dettagliate consultazioni con il paziente, compresa l’approvazione etica e il consenso informato, è stata presa la decisione di interrompere il trattamento dell’HIV.

La carica virale è stata monitorata settimanalmente per i primi tre mesi poi mensilmente e l’HIV è rimasto non rilevabile misurato con DNA di HIV (<1 copia/ml) nelle cellule T periferiche per 18 mesi. Non è stato possibile isolare nessuna copia di HIV da più di 24 milioni di cellule utilizzando l’outgrowth assay. Dopo il trapianto, il DNA dell’HIV associato alla PBMC totale è sceso al di sotto del limite di rilevazione e il DNA totale nelle cellule T CD4 non è stato individuabile a 29 mesi mediante PCR qualitativa ultrasensibile. Ex vivo, le cellule CD4 potrebbero essere infettate da CXCR4- ma non da HIV CCR5-tropico.

Analogamente a quanto successo per il paziente di Berlino, un campione di cellule del sangue ha dato una positività al DNA virale di basso livello che è stato interpretato come un probabile risultato del DNA falso positivo.

Entrambe le risposte anticorpali e delle cellule T erano simili a quelle riportate per il paziente di Berlino, portando gli investigatori a credere provvisoriamente che questo potrebbe essere un secondo caso di remissione dell’HIV, sottolineando tuttavia che questo può essere confermato solo con un follow-up più lungo.

Anche a CROI 2019, un terzo caso di remissione / cura dell’HIV dopo l’HSCT è stato riportato in un poster dell’ultimo minuto, ma con molto meno follow-up off-ART.

Questo caso è stato presentato da Björn-Erik Jensen dell’ospedale universitario Heinrich Heine di Düsseldorf e colleghi che hanno coinvolto il trapianto di cellule ematopoietiche allogeniche per trattare una leucemia recidiva nel febbraio 2013, usando ancora un donatore corrispondente (10/10) omozigote per CCR5 delta-32. [4]

La leucemia ha avuto una seconda ripresa nel giugno 2013 e la remissione è stata raggiunta dopo otto cicli di chemioterapia 5-azaC e 4 infusioni di linfociti del donatore.

Non si è rilevato HIV durante tutto il periodo post-trapianto, con ART mantenuta per più di 5,5 anni. Il DNA provirale non è stato rilevato dal qPCR in PBMC in diversi momenti del plasma, CSF, tessuto rettale, ileo e midollo osseo. Segnali bassi non sono riusciti a confermare la replicazione dell’HIV.

Dopo aver discusso sul rischio e con il consenso informato, la ART è stata interrotta con controlli frequenti nel novembre 2018 e l’HIV è rimasto non rilevabile nel plasma negli ultimi tre mesi.

I ricercatori sono ottimisti che questi risultati possano rappresentare un altro caso di remissione dell’HIV, ma hanno sottolineato che è indispensabile seguire il paziente più a lungo per poterlo confermare.

Paziente di LondraPaziente di DusseldorfPaziente di Berlino
Patologia concomitanteLinfoma di HodgkinLeucemia acuta mieloideLeucemia acuta mieloide
Trapianto di cellule Una voltaUna voltaDue volte
Tipo di condizionamentoridotta intensità: anti–CD52 (alemtuzumab)ridotta intensità: fludarabine/ treosulfanIrradiazione totale (due volte)
Malattia del trapianto contro l’ospiteGrado 1Grado 1Grado 1
Terapia post-trapianto16 mesi66 mesinessuna
Tempo di remissione di HIV18 mesi3 mesi> 10 anni

COMMENTO DI SIMON COLLINS, i-BASE

Questi risultati ottimistici danno speranza a milioni di persone a livello globale – anche se questa è solo una modifica del trattamento dell’ultimo stadio per il cancro avanzato.

I precedenti tentativi di riprodurre il paziente di Berlino non hanno avuto successo, spesso a causa del rebound del virus CXCR4-tropico (cioè quello che usa un’altra sostanza diversa da CCR5 per entrare nelle cellule) che in seguito è stato trovato presente al basale. [5, 6, 7]

Sebbene ci siano stati altri casi di trapianto di cellule ematopoietiche allogeniche in pazienti HIV positivi, molti sono ancora in terapia e il caso del Regno Unito è la remissione più lunga riportata dopo un’interruzione del trattamento.

L’ottimismo per i casi di remissione dell’HIV esposti al CROI 2019 è dovuto anche al fatto che essi sono stati ottenuti con un trattamento meno aggressivo rispetto al paziente di Berlino il cui trattamento includeva radiazione totale del corpo due volte e due cicli di trapianto per il trattamento della leucemia mieloide acuta; e un donatore non perfettamente abbinato.

Il modo in cui tale importante ricerca scientifica è stata diffusa dai media mainstream prima della presentazione ad una conferenza scientifica peer reviewed sottovaluta il lavoro del ricercatore e degli individui in questi due studi.

articolo originale di Simon Collins per iBase, tradotto e adattato da Giulio Maria Corbelli

Riferimenti

  1. Gupta RK et al. Sustained HIV-1 remission following homozygous CCR5 delta32 allogenic HSCT. CROI 4 – 7 March 2019, Seattle. Late breaker oral abstract 29 LB.
  2. Gupta RK et al. HIV-1 remission following CCR5Δ32/Δ32 haematopoietic stem cell transplantation. Nature. DOI: 10.1038/s41586-019-1027-4.
    https://www.nature.com/articles/s41586-019-1027-4
  3. Hutter, G. et al. Long-term control of HIV by CCR5 Delta32/Delta32 stem-cell transplantation. N Engl J Med 360, 692-698, doi:10.1056/NEJMoa0802905 (2009).
    https://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMoa0802905
  4. Jensen B-E O et al. Analytic treatment interruption (ATI) after allogeneic CCR5-d32 HSCT for AML in 2013. CROI 4 – 7 March 2019, Seattle. Late breaker oral abstract 394 LB.
  5. Hayden EC. Hopes of HIV cure in ‘Boston patients’ dashed. Nature. doi:10.1038/nature.2013.14324 (6 December 2013).
    https://www.nature.com/news/hopes-of-hiv-cure-in-boston-patients-dashed-1.14324
  6. Henrich TJ et al. Antiretroviral-free HIV-1 remission and viral rebound after allogeneic stem cell transplantation: report of 2 cases. Ann Intern Med 161, 319-327, doi:10.7326/M14-1027 (2014).
    https://annals.org/aim/article-abstract/1889547/antiretroviral-free-hiv-1-remission-viral-rebound-after-allogeneic-stem
  7. Kordelas L. et al. Shift of HIV tropism in stem-cell transplantation with CCR5 Delta32 mutation. N Engl J Med 371, 880-882, doi:10.1056/NEJMc1405805 (2014).
    https://www.nejm.org/doi/10.1056/NEJMc1405805

Prosegue il calendario di appuntamenti mensili dedicati ai maschi gay che vivono con l’Hiv. I Venerdì Positivi sono incontri informali, non sono gruppi di auto-aiuto: ciascun incontro è incentrato su un tema – sintetizzato nel titolo con una parola – sul quale i partecipanti sono invitati, se lo desiderano, a condividere i loro pensieri o le loro esperienze. 

Venerdì positivi si svolgono una volta al mese, al BLQ Checkpoint di Bologna (via San Carlo 42/C). Pur essendo pensati per uomini omosessuali sieropositivi, gli incontri sono aperti a chiunque, nel più totale rispetto della privacy e in un ambiente accogliente.

Di seguito il programma per i mesi da gennaio a giugno 2019. Cliccando sul titolo si sarà indirizzati al relativo evento Facebook.

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