Il virus dell’epatite C è presente nei liquidi rettali

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Il virus dell’epatite C è presente nel fluido rettale di uomini con infezione da HIV e HCV in quantità sufficiente da permettere la trasmissione di HCV senza la presenza di sangue. Lo affermano i ricercatori della Icahn School of Medicine del Mount Sinai Hospital di New York che hanno presentato uno studio apposito al meeting sulle malattie del fegato AASLD svoltosi a San Francisco.

Finora si pensava che la trasmissione dell’epatite C durante il rapporto anale avvenisse in conseguenza di sanguinamenti o con la trasmissione attraverso il seme. Il virus dell’epatite C si trasmette facilmente col sangue: si stima che siano sufficienti appena 10 o 20 particelle virali per stabilire una infezione da HCV attraverso apparecchi medici contaminati o strumenti per iniezione usati. Si è teorizzato che la trasmissione possa avvenire quando la mucosa del pene nella penetrazione anale o tessuti danneggiati della mano durante il festino entrano in contatto con il sangue. Si pensa che la trasmissione possa avvenire anche in conseguenza del passaggio di sangue contenente HCV da una persona a un’altra veicolata dal pene o dalla mano (anche in caso di uso di guanti) o da sex toys usati su diverse persone senza cambiare la protezione durante il sesso di gruppo.

In un altro studio presentato sempre al meeting AASLD dallo stesso gruppo guidato da Daniel Fierer, è stata dimostrata la presenza di HCV nel 27% di campioni di sangue e seme raccolti da 33 maschi con co-infezione da HIV e HCV. Il virus era presente a livelli considerati sufficienti per la trasmissione.

La possibilità che il virus dell’epatite C sia presente nel fluido che si trova sulla superficie della mucosa rettale non era stata valutata precedentemente. Nel tentativo di comprendere come mai l’HCV si trasmetta così tanto tra i maschi che fanno sesso con maschi (MSM), specialmente quelli con infezione da HIV, i ricercatori della Icahn School of Medicine hanno arruolato 45 MSM con co-infezione da HIV e HCV, di cui 12 in infezione da HCV acuta.

I partecipanti allo studio avevano una età media di 43 anni, il 60% erano bianchi e l’87% aveva una infezione da HCV con genotipo 1a. La conta dei CD4 era alta (mediana di 582 cellule/mm3) ma la carica virale di HIV non è stata riferita. La carica virale di HCV, invece, era moderatamente alta (5.89 log10 IU/ml), con le persone in infezione da HCV acuta che presentavano una carica virale mediana un po’ più alta (6.42 log10 IU/ml) rispetto a quella con infezione da HCV cronica (5.62 log10 IU/ml).

Gli uomini si sono sottoposti al prelievo del fluido rettale ottenuto inserendo un tampone che ha prelevato il campione dalla mucosa rettale circa 7 cm oltre l’ano. Il fluido è stato analizzato per la presenza di HCV RNA usando il test COBAS HCV che ha un limite inferiore di defezione di 7IU/ml. I campioni sono stati analizzati anche per valutare la presenza di sangue. Inoltre i partecipanti si sono sottoposti al test dell’HCV RNA nel sangue così come a diverse analisi per infezioni a trasmissione sessuale rettali e la sifilide.

Il virus dell’epatite C è stato riscontrato in 20 dei 45 campioni (47%, due campioni non hanno potuto essère esaminati). La mediana di HCV RNA era di 2.92 log10 IU/ml e la quantità di HCV RNA nel fluido rettale era fortemente correlata con i livelli nel sangue. La presenza di HCV rettale era molto più probabile nelle persone con cariche virali di HCV nel sangue maggiori di 5 log10 IU/ml (P=0.011).

Non c’era nessuna differenza nella individuazione di HCV rettale tra uomini con infezione acuta o cronica e nessuna correlazione con la presenza di infezioni rettali a trasmissione sessuale o della sifilide.

I ricercatori concludono che le quantità di HCV rilevabile nel fluido rettale sarebbero sufficienti perché possa avvenire la trasmissione di HCV nel rapporto anale, anche senza la presenza di sangue. L’HCV potrebbe essere trasmesso senza la presenza di sangue anche durante il sesso di gruppo, ad esempio sul pene del partner attivo, sui sei toys, attraverso il fisting o il doccino anale, anche se viene usato il preservativo o il guanto nel caso questo non vengano cambiati da un partner all’altro.

I risultati di entrambi gli studi spingono gli autori a raccomandare ai maschi con infezione da HIV l’uso del preservativo per i rapporti anali.

L’HCV è presente anche nelle feci

Un diverso studio tedesco presentato all’AASLD questa settimana mostra che l’HCV è presente nelle feci. Questo spinge gli autori a suggerire che il contatto con le feci potrebbe essere una via di trasmissione, almeno tra maschi. Lo studio ha analizzato i campioni fecali di 98 uomini e donne con mono-infezione da HCV: 68 campioni erano positivi per l’HCV RNA (69%) ma solo in cinque di questi campioni è stata rilevata la presenza di sangue. L’HCV è stato rilevato significativamente più spesso nei campioni di maschi (83% vs. 52%; p<0.001) e tra coloro con basse conte delle piastrine.