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InfermieriEbbene sì: siamo arrivati agli infermieri a ore. Sulle pagine dei principali quotidiani locali, è comparso un articolo che descrive, non so con quanta consapevolezza, la situazione in cui versa la sanità bolognese. La Ausl di Bologna assumerà personale infermieristico per il periodo estivo, al fine di consentire al personale assunto a tempo indeterminato di andare in ferie. Il sindacato “abbozza”, cito Repubblica Bologna che sottolinea il placet di Cisl.

È arrivato il momento di attivare la precarietà anche in un lavoro utile a tutelare la nostra salute. Stante che secondo l’Ocse il lavoro precario incide negativamente sulla produttività, mi chiedo come sarà la qualità di quel lavoro, nella consapevolezza che sarà a termine, un lavoro delicato che si interrompe dopo tre mesi. Un po’ come una vita che ogni tre mesi si interrompe.

Oggi ho chi mi passa i ferri, fra un’ora ne ho un altro. Oggi ho chi mi fa un prelievo, fra un’ora chissà chi ci sarà. Una pezza messa per cercare di arginare un sistema che fa acqua da tutte le parti.

Non stupisce l’ok del sindacato, stante che, dopo lunghe discussioni, l’unico metodo escogitato per venire incontro al sistema destabilizzato e ormai palesemente in difficoltà nel fornire assistenza, è stato l’attivazione dei fondi di assistenza sanitaria integrativa, ossia l’ingresso delle assicurazioni Reteprivate nel sistema sanitario, con la felicità e l’approvazione degli stessi lavoratori. Felicissimi, perché ricevevano i rimborsi delle spese mediche effettuate… fino a qualche anno fa. Oggi anche i lavoratori devono contribuire con i propri soldi in media per il 50% dei costi indicati in fattura.

A nessuno è venuto in mente, ovviamente, che questo accordo sul sistema sanitario parallelo ha comportato mancati aumenti di salario consistenti.

Arriverà il giorno in cui la diagnosi del medico sarà sottoposta al giudizio preventivo dell’assicuratore? Secondo me non siamo molto distanti.

Credo però che la deriva privatistico-assicurativa si possa ancora evitare attuando pienamente e coerentemente con i principi contenuti nella riforma del titolo V° della Costituzione. Il tema è quello della sussidiarietà verticale e, soprattutto, a mio avviso, quello della sussidiarietà orizzontale.

Considerate le attuali scarse risorse economiche a disposizione dell’ente pubblico è necessario sviluppare una cultura del coordinamento e della sinergia dei servizi socio-sanitari tra pubblico e privato, dove per privato prima di tutto si intenda il terzo settore e le associazioni di categoria.

Devo però evidenziare che nonostante vi sia una possibilità concreta, attraverso la piena attuazione del concetto di sussidiarietà orizzontale, di poter garantire e addirittura ampliare i servizi socio sanitari alla persona, non si riesce, soprattutto culturalmente, a intraprendere compiutamente questa strada. So bene la fatica che sto facendo a percorrere questa via, stante che perfino gli enti che l’hanno approvata non la conoscono, non hanno mai realizzato le procedure necessarie all’attivazione di quel percorso. Un percorso che sarebbe in grado di offrire una mano consistente alla sanità pubblica con il sostegno del terzo settore.

Sandro Mattioli
Plus Onlus
Presidente