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Anche se la protezione indotta dal vaccino può scemare dopo 36 mesi, il vaccino MenB-4C rimane moderatamente efficace contro la gonorrea.

Il vaccino MenB-4C, un vaccino meningococcico sierogruppo B a membrana vescicale esterna, è moderatamente efficace contro la gonorrea in varie popolazioni, secondo i risultati dello studio pubblicati su The Journal of Infectious Diseases.

I ricercatori hanno condotto una revisione sistematica e una meta-analisi per sintetizzare la letteratura pubblicata sull’efficacia del vaccino MenB-4C contro la gonorrea. Sono stati ricercati nei database manoscritti sottoposti a revisione paritaria pubblicati in inglese tra gennaio 2013 e luglio 2024 che valutassero l’efficacia del vaccino MenB-4C contro la gonorrea e la coinfezione gonorrea/clamidia, nonché la durata della protezione indotta dal vaccino. È stato utilizzato un modello a effetti casuali DerSimonian-Laird per stimare l’efficacia del vaccino combinato contro la gonorrea. Sono stati inclusi nell’analisi 8 articoli in totale, 4 dei quali sono stati condotti negli Stati Uniti, 2 dei quali sono stati condotti in Australia, 1 dei quali è stato condotto in Italia e 1 dei quali è stato condotto in Francia. Le fonti dei dati includevano registri di sorveglianza delle infezioni sessualmente trasmissibili (IST) collegate e registri di sistema informativo di immunizzazione, cartelle cliniche elettroniche e uno studio clinico randomizzato. L’unità di analisi dell’efficacia del vaccino era a livello di persona e di infezione in 5 e 3 studi, rispettivamente.

Le stime dell’efficacia del vaccino contro la gonorrea tra adolescenti e giovani adulti di età compresa tra 15 e 30 anni variavano dal 23% al 47% in 7 studi osservazionali. Due studi hanno dimostrato che 2 dosi di vaccino erano efficaci dal 32% al 33% contro la gonorrea negli adolescenti e nei giovani adulti di età compresa tra 15 e 25 anni. In uno studio su uomini adulti che hanno rapporti sessuali con uomini affetti da HIV e in cura per l’HIV, 2 dosi di vaccino erano efficaci al 44% contro la gonorrea. In un altro studio, 2 dosi contro nessuna dose di vaccino erano efficaci al 40% contro la gonorrea, mentre 1 dose contro nessuna dose di vaccino era efficace al 26%.

Sulla base di 9 stime da 8 studi, l’efficacia complessiva del vaccino contro la gonorrea dopo almeno 1 dose di vaccino era del 32,4% (95% CI, 26,2-38,7). Non è stato osservato alcun bias di pubblicazione o eterogeneità dello studio.

In un’analisi di sensibilità di 7 studi osservazionali, l’efficacia complessiva del vaccino contro la gonorrea dopo almeno 1 dose di vaccino è stata del 33,5% (95% CI, 26,9-40,1). Allo stesso modo, non è stato osservato alcun bias di pubblicazione o eterogeneità dello studio.

Un totale di 4 studi ha valutato l’efficacia del vaccino MenB-4C contro le monoinfezioni gonococciche. Due dosi di vaccino sono state efficaci al 31,6% e al 28,3% contro la monoinfezione secondo 2 studi. Un altro studio ha dimostrato che 2 dosi e 1 dose sono state efficaci rispettivamente al 40% e al 26% contro la monoinfezione. Il quarto studio ha rilevato che almeno 1 dose di vaccino è stata efficace al 23% contro le monoinfezioni.

L’efficacia del vaccino MenB-4C contro la coinfezione da gonorrea/clamidia è stata presa in considerazione in 4 studi. Due studi hanno dimostrato che 2 dosi di vaccino erano efficaci al 32,7% e al 44,7% contro la coinfezione. Altri 2 studi hanno indicato che il vaccino non era efficace contro la coinfezione.

Le limitazioni dello studio includono l’esclusione di articoli non pubblicati in inglese, piccole dimensioni del campione, risultati poco generalizzabili e potenziali bias di segnalazione e classificazione errata.

Secondo 1 studio che ha valutato la durata della protezione di 2 dosi di vaccino contro la gonorrea, l’efficacia contro la gonorrea entro 6-36 mesi dalla vaccinazione rispetto a oltre 36 mesi dalla vaccinazione era significativamente più alta (rispettivamente 34,9% contro 23,2%). Altri due studi con periodi di follow-up mediani di 37 mesi e 45 mesi hanno dimostrato un’efficacia di 2 dosi rispettivamente del 40% e del 44%.

Secondo i ricercatori “Sono urgentemente necessari dati provenienti da studi clinici in corso che stanno valutando l’efficacia del vaccino MenB-4C contro la gonorrea (genitale ed extragenitale) e la coinfezione gonorrea/clamidia e che stanno studiando un correlato di protezione immunitaria”.

articolo tradotto da EATG 1/9/2024

Per la prima volta nella sua storia ormai decennale, il BLQ Checkpoint chiede un contributo economico alla comunità.

E la comunità sta rispondendo bene.

Chi lo desidera contribuire, può farlo donando via:

  • Paypal
  • Eppela
  • oppure via bonifico: Codice Iban: IT57B0623002402000057898117 Crédit Agricole, via Marconi 16 Bologna – Plus aps – causale: erogazione liberale ambulatorio

Questi sono i motivi per cui stiamo coinvolgendo la comunità e tutti gli amici del BLQ Checkpoint.

È difficile riassumere il lungo lavoro che ha portato all’apertura a Bologna del primo Checkpoint italiano nel 2015. Un lavoro di advocacy di quasi 9 anni!
Nove anni spesi a cercare di far capire alle autorità regionali cosa fosse un centro di comunità, quali fossero le potenzialità di un approccio community based nella lotta contro HIV e le altre infezioni a trasmissione sessuale.
Ci siamo infine riusciti con grande fatica… ma forse no in realtà, se è vero che ancora oggi in Regione di fatto non sanno cosa facciamo, nonostante i report che ogni anno sono stati scritti a dimostrazione del lavoro svolto con i 35.000€ che la Regione eroga per il servizio.

9 anni di advocacy preparatoria e 10 anni di attività sempre precaria perché l’accordo con USL Bologna si rinnova di anno in anno, rendendo di fatto impossibile qualunque programmazione che coinvolga l’Azienda Sanitaria.

Nonostante i problemi e lo scarso interesse dell’autorità sanitaria, siamo andati avanti cercando fondi nel privato (che, al contrario, conosce bene il valore dei Checkpoint ben presenti in buona parte dell’Europa comunitaria) grazie ai quali siamo riusciti aprire nel 2018 un servizio PrEP rivolto a persone ad alto rischio di contagio per HIV.

Grazie al PrEP Point abbiamo messo in PrEP 320 persone, di cui abbiamo quasi 170 seguiti direttamente da noi.
Il servizio ha aperto nel 2018 non appena AIFA ha autorizzato il farmaco per la PrEP (Emtricitabina/Tenofovir DF), cosa resa possibile grazie al nostro lavoro preparatorio iniziato nei primi mesi del 2013, subito dopo l’approvazione del farmaco da parte della statunitense FDA.

Grande fatica, ma anche grandi soddisfazioni da parte degli utenti che hanno risposto in tanti, così come per la collaborazione del S. Orsola dott. Badia in primis e tutti i colleghi che ci danno una mano in forma volontaria, come, del resto, è volontario anche il personale infermieristico che ci aiuta con la raccolta dei campioni.

Sembrava che tutto funzionasse e che, per una volta, venisse data importanza alla salute dei cittadini. Nel maggio 2023, AIFA decide di concedere il rimborso della PrEP che passa a carico del SSN, quindi gratis per gli utenti, su prescrizione del medico infettivologo. Con una circolare la nostra Regione specificherà che l’infettivologo potrà prescrivere solo in orario di lavoro, solo nel suo ambulatorio malattie infettive o ambulatorio PrEP, ponendo di fatto il PrEP Point e i suoi utenti in una situazione quanto mai precaria dovuta al fatto che, a causa della circolare, i medici del S. Orsola che vengono da noi non avrebbero più potuto prescrivere la PrEP. Si prospettava un percorso assurdo che avrebbe costretto gli utenti a fare i test da noi, per poi passare in ospedale per la visita e la prescrizione, indi in farmacia ospedaliera per ritirare il farmaco, rendendo il tutto molto farraginoso.

Ovviamente Plus non ha lasciato correre perché c’era in gioco la sieronegatività di utenti ad alto rischio che l’ambulatorio PrEP del S. Orsola, come ci ha spiegato il direttore prof. Viale, non è in grado di assorbire oggi per domani tutti i nostri utenti.

Abbiamo quindi posto il problema all’Assessore Regionale Donini che ha dato disposizioni per risolverlo e la soluzione trovata – senza mai invitare Plus alle riunioni – è stata quella di realizzare un ambulatorio medico all’interno della sede del BLQ Checkpoint.

Sembra una cosa semplice ma non lo è affatto. Ci sono moltissime regole tecniche a cui ottemperare: metri quadri, luce e cubatura aria, lavabilità di muri e pavimenti, ecc., che, verosimilmente, fanno aumentare i costi. Per tacere della nomina di un direttore sanitario che non ci possiamo permettere. Solo per la ristrutturazione, siamo già a circa 20/25.000€ una spesa che, al momento, nessuno si è offerto di sostenere, incluso il Comune di Bologna che è il padrone di casa. L’Assessore Regionale si è detto disponibile a parlarne ma siamo in periodo pre-elettorale e non è chiaro come sia possibile muoversi.

Verosimilmente Plus dovrà cercare i soldi necessari altrove, e abbiamo iniziato con voi.

Un abbraccio.

Sandro Mattioli
Plus aps
Presidente

Dal qualche settimana stiamo assistendo alla presa di posizione dell’ordine dei biologi contro la possibilità di effettuare alcuni test di screening nelle farmacie. In pratica gli stessi test che fa il BLQ Checkpoint e tutti i centri community based italiani, così come tutti i Checkpoint in UE e da molti anni prima di noi.

In generale gli interventi che ho ascoltato sono spudoratamente corporativi e sostanzialmente ignoranti, ovviamente nel senso buono del termine. Nessuno nega che i test ufficiali effettuati nei laboratori di microbiologia siano i più attendibili sul mercato, ma il punto è che – per fare una battuta – non hanno mercato, ossia mediamente le persone fanno fatica ad andare in ospedale, farsi prevelare un campione che poi verrà inviato al laboratorio. Fanno fatica sia per gli orari assurdi degli ambulatori che costringono chi lavora a prendere fior di permessi che, in un mondo del lavoro precarizzato, raramente sono fattibili, sia perché in ospedale ci si entra quando si è malati non per fare prevenzione che, in effetti, dovrebbe essere fatta in altri luoghi. Quindi perché non la farmacia?

I vari tipi di test di screening hanno sicuramente dei limiti che vanno spiegati agli utenti. In genere le spiegazioni vengono comprese dalle persone e sono tali persone che devono essere messe nelle condizioni di scegliere se correre un rischio oppure no. Deve essere chiarito il periodo finestra, si deve tenere conto del periodo di incubazione del patogeno, temi che, del resto, riguardano anche i test di laboratorio… o si crede che in laboratorio un test per sifilide fatto a 2 giorni dal possibile contatto sia attendibile?

Si parla tanto di diffondere i test rapidi in modo da limitare le diagnosi tardive, ancora molto presenti in HIV per esempio, un campo dove l’Italia è fra le peggiori nazioni d’Europa.

Pur tenendo conto dei limiti dei test di screening che, del resto, sono test per i point of care non per gli ospedali, l’aiuto delle farmacie sarebbe perfetto.

Le farmacie sono disseminate lungo l’Italia in modo capillare in una logica di prossimità che potrebbe essere di grande aiuto e, soprattutto, sono tante: il nostro Paese vanta 100.000 farmacie. Se anche solo il 50% di esse accettasse questo nuovo ruolo, potremmo ottenere un incredibile incremento della possibilità di testing nel nostro Paese.

Invece no! Levata di scudi dei biologi tesa a mantenere in casa questo piccolo potere. Non che sia una novità, lo abbiamo visto anche su altri temi come quello della PrEP che potrebbe benissimo essere prescritta da un medico formato e invece chi vuole accedere a questa prevenzione deve ottenere una visita dallo specialista in infettivologia. Chissà come mai.

Con questa logica protezionista da bottega, chi ci andrà a guadagnare sono i batteri e i virus che proseguiranno per la loro strada, già li vedo applaudire e ringraziare per l’aiuto a mantenere lo status quo.

Sandro Mattioli
Plus aps

Come ogni anno dal 2013 ad oggi, la nostra associazione aderisce alla European Testing Week, ossia la settimana europea del test.
Una iniziativa europea tesa a promuovere il test per HIV, che quest’anno si terrà

dal 20 al 27 novembre e vedrà il BLQ Checkpoint aperto tutti i giorni dalle 18 alle 20,30.

Sarà possibile prenotare per telefono (0514211857) i test per HIV, epatite C e sifilide al mattino dalle 9 alle 12 o al pomeriggio dalle 18 alle 20; oppure via mail su prenota@blqcheckpoint.it oppure passando a prenotare direttamente in sede, in via S. Carlo 42C a Bologna.

Il tutto grazie all’impegno dei nostri attivisti e con il supporto del personale infermieristico di USL Bologna.

HIV è ancora oggi un’infezione troppo sotto stimata. Infatti nella nostra Regione le persone che ricevono una diagnosi di HIV quando sono già in AIDS, o prossimi a diventarlo, sono ancora oltre il 60% dei nuovi casi di HIV.

Come spesso accade, ricevere una diagnosi tardiva implica una serie di problemi a partire da una minore possibilità di avere un’aspettativa di vita paragonabile a quella della popolazione generale. Tutto il contrario in caso di diagnosi precoce.
Inoltre oggi, grazie alla potenza dei farmaci, le persone HIV positive in terapia efficace non trasmettono il virus per via sessuale. Un traguardo di conoscenza molto importante che ci aiuta a combattere la discriminazione e il pregiudizio e che, insieme a tutte le associazioni di pazienti e di lotta contro HIV e con il supporto di Simit, stiamo promuovendo grazie alla campagna impossibile sbagliare, che vi consiglio di guardare.

Verso la fine del 2005, assistetti a una riunione convocata dal Centro Operativo Aids, durante la quale la dott.ssa Suligoi illustrò la situazione relativa ai casi di HIV, di Aids e le prospettive future. In quegli anni in Italia la maggior parte dei casi di HIV erano appannaggio dei “tossicodipendenti”, come venivano definiti allora, per via dell’uso di scambiarsi la medesima siringa.
Tuttavia la dott.ssa Suligoi intuì che le cose iniziavano a cambiare e ci fece notare un incremento dei casi fra gli “omo-bisessuali”, altro termine coevo.
Ricordo che alzai la mano e chiesi qualche informazione in più. Mi venne risposto di non preoccuparmi perché eravamo nella media europea in quanto ad incremento di casi fra gli omo-bisessuali.

L’informazione non mi lasciò particolarmente sereno, infatti decisi di controllare i dati ufficiali dell’Unione Europea e scoprii che l’Italia era esattamente a metà della media europea: 12 Paesi meno bravi di noi e 12 più bravi.
Incominciai quindi a cercare di capire cosa facessero quelli più bravi di noi, mi interessò soprattutto notare che non c’erano solo i “soliti” Paesi del Nord Europa, ma c’erano anche Paesi dell’area mediterranea fra i più bravi.
Pochi mesi dopo, durante una conferenza di ILGA Europe, assistetti a una presentazione di Ferran Pujol sul Checkpoint di Barcellona aperto appena un anno prima. Il metodo checkpoint anche se nato in Olanda, poteva essere applicato anche in un Paese a noi vicino come la Catalogna.

Inizia così la storia del BLQ Checkpoint, quando chi scrive era ancora responsabile salute del Cassero.

Ci sono voluti sette anni di advocacy per arrivare a convincere la Regione, ma anche l’associazionismo locale, che il checkpoint come modello d’intervento era assolutamente necessario in una città e una regione che da sempre ha un problema importante con le diagnosi tardive di HIV.

Nel 2013 la Regione Emilia-Romagna fa un atto di importante riconoscimento politico: con il DGR 768/2013 con il quale riconosce il lavoro di Plus che viene definito soggetto attuatore del progetto di interesse regionale BLQ Checkpoint. Un atto pubblico coraggioso, che nessun’altra Regione ha avuto il fegato di fare, a dimostrazione che il lavoro di tessitura politica e anche tecnica alla fine paga. I tempi lunghi si spiegano con la difficoltà, in parte insita nella Pubblica Amministrazione, ad accettare i progetti innovativi soprattutto se difficilmente inquadrabili nelle regole e nelle procedure in essere. In effetti un checkpoint non si inquadra in nessuna di esse perché non è un ambulatorio ma esegue test di screening, non è un centro associativo ma svolge attività per la community. In effetti svicoliamo, probabilmente la Regione dovrebbe oggi pensare a un altro gesto coraggioso realizzando delle regole per i Checkpoint, condivise e trasparenti. Ma questo si vedrà.

Il Comune di Bologna si dimostra subito collaborativo e mette a disposizione una dirigente per strutturare una convenzione, che diventerà a tre con l’aggiunta di Azienda Sanitaria di Bologna. Sarà un processo abbastanza faticoso appunto per gli aspetti innovativi di un centro che mal si adatta alle regole esistenti. Ma alla fine ce la facciamo e viene firmata una convenzione trina: Plus, Comune di Bologna e Azienda Sanitaria.

Il Comune ci trova una sede, i locali che occupiamo attualmente, non propriamente una sede meravigliosa perché si trattava di un ex ristorante chiuso da sette anni, pertanto completamente fuori norma e da ristrutturare. Cosa a cui ha dovuto pensare Plus. Posso dire con orgoglio che siamo riusciti a trovare oltre 300.000€ con i quali abbiamo ristrutturato e allestito una sede che, anche grazie al progetto di ben due architetti (Andrea Adriatico e Nino Tammaro), è oggettivamente un bel posto, molto lontano dalla tipica struttura ambulatoriale alienante. Un luogo in sé accogliente, fermo restando che l’accoglienza vera e propria la fa il personale volontario dedicato a questo scopo che non sbaglia un colpo, agisce sempre in modo molto professionale. Visto l’ammontare speso, concordiamo con il Comune una convenzione di 15 anni che non prevede il pagamento di un affitto.

Il terzo ente firmatario è l’Azienda Sanitaria di Bologna. Grazie all’insostituibile lavoro della dott.ssa Venturi, responsabile del Centro C.A.S.A., forse l’unica responsabile genuinamente interessata al progetto, otteniamo una convenzione della durata di quattro anni, credo che sia il massimo per USL. In questa fase iniziale l’Azienda si impegna a fornire gli infermieri per l’esecuzione dei test (anzi, del test perché all’epoca abbiamo iniziato con il solo test di screening per HIV), ad occuparsi dell’acquisto del test, della gestione del materiale di consumo e dello smaltimento dei rifiuti speciali. Inoltre USL si sarebbe occupata, in collaborazione con Plus, della formazione del personale volontario dell’associazione. La disponibilità del personale infermieristico viene fissata in sei ore alla settimana, per cui decidemmo di aprire martedì e giovedì dalle 18 alle 21. Dopo otto anni siamo ancora fermi a questa fase di start-up.

Dopo poche settimane dall’apertura, l’Ospedale S. Raffaele di Milano ci coinvolge in uno studio sull’esecuzione di test di screening a risposta rapida su HCV (epatite C).
Di li a poco verranno aggiunti anche i test per sifilide.

Alla scadenza della convenzione lato USL, dopo vari solleciti per un incontro teso a rinnovo ovviamente, per tutta risposta ci arriva una mail con la convenzione già rinnovata, in peior, e già firmata dalla dott.ssa Gibertoni allora direttrice generale dell’Azienda Sanitaria di Bologna. La convenzione passa da 4 anni a uno, si mette così una pietra tombale sulle reali possibilità di sviluppo del BLQ Checkpoint… come se questo non fosse sufficiente, quest’anno (2023) il rinnovo annuale della convenzione ha subito un ritardo di ben sei mesi. Per cui siamo nelle condizioni di ipotizzare programmi di sviluppo senza la collaborazione di USL, che manco risponde alle mail e si fa negare al telefono, della durata massima di 12 mesi, quest’anno ridotti a sei.

Poi si chiedono perché chiudere.

Per riprendere l’esempio del Checkpoint di Barcellona, i cui abitanti sono più o meno come quelli della nostra regione, quel centro è aperto 12 ore al giorno, il personale interno riceve uno stipendio, hanno comunque decine di giovani volontari che promuovono il servizio nelle discoteche, ai Pride e così via. Il centro distribuisce la PrEP gratuitamente mentre noi dovremo impazzire. Un centro che ha aperto 17 anni fa in puro volontariato, che oggi offre un’opportunità di lavoro e segue oltre 2.000 persone. Questo significa sviluppo.

A Bologna invece da alcuni anni ci dobbiamo pagare i test per sifilide per motivi burocratici ma mai confermati ufficialmente, non abbiamo contezza di chi sia il nostro medico di riferimento perché dal giorno in cui la dott.ssa Venturi è andata in pensione semplicemente questo passaggio è saltato, siamo stati spostati dal Dipartimento cure primarie a quello di salute mentale senza alcuna spiegazione. Chissà, forse qualcuno ha ipotizzato che i gay possano avere problemi in tal senso. A ben vedere siamo riusciti ad andare avanti in questi ultimi 4 anni solo grazie all’appoggio della Responsabile infermieristica che ci segue, anche meglio di un medico, dott.ssa Assueri.

Va da sé che Plus non ha alcun preconcetto ideologico, pertanto a fronte di un impegno serio della Pubblica Amministrazione e dell’Azienda Sanitaria nello specifico, un impegno che vada nella direzione logica che ha portato il Sindaco Lepore a firmare il protocollo Fast Track City e che, quindi, metta il BLQ Checkpoint nelle condizioni di uscire dalla fase di start-up e dare un serio contributo al raggiungimento degli obiettivi di UNAids prima del 2030, non abbiamo nessun problema a fare marcia indietro.

Ma al momento resta in essere la decisione di chiudere il BLQ Checkpoint a partire dal 1 luglio 2023. Di seguito il comunicato stampa.

Sandro Mattioli
Plus aps
Presidente.


ViiV Healthcare – anno 2023


Arcigay Il Cassero – anno 2024

Perché un Checkpoint
BLQ Checkpoint è una community viva. 
Vivila con noi!

Un checkpoint è una struttura interamente gestita dalle associazioni e dedicata al counselling e al test di screening a risposta rapida, salivare o a prelievo capillare, per l’HIV e altre infezioni a trasmissione sessuale.

Nasce dall’esigenza di portare i test per la salute sessuale al di fuori dell’ambito ospedaliero, rendendoli più accessibili. Inoltre, gli utenti possono ricevere supporto e informazioni da persone come loro, mediante un approccio “alla pari”

Approfondimenti

Eventi & news

Al BLQ Checkpoint potrai effettuare il test HIV rapido su una goccia di sangue prelevato da una piccolissima puntura su un dito. Il test rapido HIV utilizzato al BLQ Checkpoint si chiama Determine™ HIV Early Detect. Dopo una attesa di 20 minuti, ti verrà comunicato l’esito del test HIV che può essere “non reattivo” o “reattivo”.

 

Quando fare il test?

L’identificazione veloce e accurata dei pazienti positivi all’HIV aumenta le possibilità di individuare i casi di infezione e agevola l’accesso tempestivo al trattamento più adeguato.

Rispetto ai test di 2ª e 3ª generazione, il test Determine™ HIV Early Detect di 4ª generazione è in grado di rilevare un maggior numero di infezioni acute. In questo modo si riduce il periodo finestra e si migliora la capacità di individuazione dei casi proprio quando i soggetti sono altamente contagiosi.
Determine™ HIV Early Detect fornisce risultati accurati in soli 20 minuti e può essere eseguito utilizzando campioni di sangue intero da digipuntura o venipuntura nonché di siero/plasma.

Reattivo ≠ Sieropositivo

I test rapidi per HIV – salivari o su campione di sangue da puntura del dito – non sono stati approvati come metodi di diagnosi dell’infezione da HIV in Italia. Quindi questi test possono offrire solo una prima indicazione: un eventuale risultato reattivo non può essere direttamente interpretato come una diagnosi di sieropositività!

In caso di risultato “reattivo”, occorre effettuare un test di conferma con la metodica tradizionale (ELISA e Western Blot) presso una struttura ospedaliera. Il BLQ Checkpoint offre la possibilità di essere messi in contatto direttamente e in maniera rapida con gli ambulatori HIV dell’Ospedale Sant’Orsola di Bologna per effettuare i test di conferma rapidamente in caso di esito reattivo.

Un esito negativo o “non reattivo”: è in genere considerato un segnale affidabile che non si è contratto il virus HIV (a meno che non ci sia esposti a un rischio considerevole pochi giorni prima di aver effettuato il test). Solo in alcuni casi, quindi, può essere consigliabile confermare un eventuale risultato negativo.

In ogni caso, il BLQ Checkpoint non può rilasciare alcun tipo di documentazione attestante l’esito del test né è consentito effettuare foto dei test, qualunque esso sia e per nessun motivo.

Quanto è affidabile il test?

Per il test rapido HIV si è scelto di usare la metodica che analizza una goccia di sangue prelevata attraverso una piccolissima puntura su un polpastrello. Questa modalità, infatti, offre delle prestazioni leggermente migliori.

In particolare, il Determine® HIV Early Detect ha le seguenti caratteristiche:

Sensibilità

La sensibilità è la capacità di un test di rilevare correttamente un risultato reattivo su campioni che sono effettivamente positivi. In altre parole, se un test ha una alta sensibilità è scarso il rischio che dia un “falso negativo”, cioè un risultato non reattivo su un campione che invece è positivo. Quanto più la sensibilità è alta, insomma, tanto più è affidabile un eventuale esito “non reattivo”.

La sensibilità di Determine® HIV Early Detect, secondo l’azienda produttrice, è del 100%.

Specificità

La specificità è invece la capacità di un test di dare correttamente esito negativo su campioni “sani”: detto in altri termini, se un test ha alta specificità è molto difficile che dia un falso risultato positivo, cioè un esito reattivo in caso invece non ci sia stata infezione. Determine® HIV Early Detect, secondo l’azienda produttrice, ha una specificità 99,72%.
.

Per maggiori informazioni è possibile scaricare l’opuscolo in italiano.

Che cos’è Sex Check?

Sex Check è un progetto speciale (poiché ha regole differenti dal servizio di testing del BLQ Checkpoint) in essere al PrEP Point di Plus, quindi al di fuori dall’ospedale, anche se in collaborazione con il Policlinico S. Orsola. Se sei un MSM (Maschi che fanno sesso con Maschi) o una persona trans*, ti capita di fare sesso con altri maschi e qualche volta corri qualche rischio e sei interessato/a alla PrEP allora il programma Sex Check può fare per te. Con il programma speciale Sex Check puoi controllarti regolarmente per Hiv, epatite C, sifilide, gonorrea e clamidia facendo dei test rapidi che ti forniscono la risposta dopo al massimo due ore. I test vengono effettuali presso la sede di Plus dove è attivo anche il BLQ Checkpoint: questo significa che non devi andare in ospedale ma puoi fare tutto in un ambiente accogliente avendo a che fare con operatori alla pari, preparati e competenti.

Possono partecipare tutti a Sex Check?

Possono partecipare a Sex Check i maschi cisgender (cioè nati maschio) oppure le persone trans* che soddisfino certi requisiti. Innanzitutto il programma è rivolto a chi fa sesso con maschi che abbiano difficoltà ad utilizzare sempre il preservativo e che abbiano diversi partner sessuali. Se soddisfi tutti i requisiti, per partecipare a Sex Check dovrai anche firmare un consenso informato.

Ricordiamo che Sex Check è un programma che si svolge al Prep Point di Plus dedicato a un’utenza specifica interessata alla PrEP. Se non vuoi utilizzare la PrEP o non hai i requisiti per partecipare a Sex Check, puoi sempre rivolgerti al BLQ Checkpoint previo appuntamento il martedì e il giovedì dalle 18 alle 21 per fare il test HIV, HCV e sifilide. Invece, gli altri test per le infezioni sessualmente trasmissibili sono purtroppo disponibili solo per i partecipanti di Sex Check, a causa del loro elevato costo.

Posso fare Sex Check se prendo la PrEP?

Il nostro programma è stato pensato apposta per chi fa o vuole fare la PrEP. Se non sai cos’è la PrEP, consulta la nostra pagina prepinfo. Nel programma Sex Check puoi controllare regolarmente che tu non abbia contratto qualcuna delle più comuni infezioni che si possono trasmettere sessualmente (Hiv, epatite C, sifilide, gonorrea e clamidia). Inoltre, ti offriamo la possibilità di controllare anche la funzionalità renale impiegando un test rapido per la misurazione della creatinina che sarà letto e interpretato da un medico infettivologo (anche lui friendly!).

Quali test posso fare nel progetto Sex Check?

I test che offriamo sono:

  • Test rapido per l’Hiv: usiamo il test Determine® HIV-1/2 Ag/Ab Combo della Alere. Il test viene effettuato su prelievo capillare (cioè raccogliendo una goccia di sangue dalla puntura di un polpastrello) e fornisce una risposta in 20 minuti. Per maggiori informazioni, clicca qui.
  • Test rapido per il virus dell’epatite C (HCV): usiamo il test Xpert® HCV Viral Load della Cepheid che rileva direttamente il virus e non gli anticorpi (quindi è in grado di controllare se c’è una infezione attiva). Anche questo test si effettua su prelievo capillare (cioè raccogliendo una goccia di sangue dalla puntura di un polpastrello); la risposta è disponibile dopo circa 2 ore. Per maggiori informazioni, clicca qui.
  • Test rapido per sifilide: usiamo un test point-of-care rapido con marchio CE che rileva simultaneamente e separatamente
    anticorpi treponemici e non treponemici ed è quindi in grado di rilevare una sifilide attiva anche in persone l’hanno già avuto l’infezione. Il test, sviluppato dalla Chembio (maggiori info qui),  si effettua su prelievo capillare (cioè raccogliendo una goccia di sangue dalla puntura di un polpastrello) e fornisce la risposta in 15 minuti.
  • Test combinato per gonorrea e clamidia: usiamo il test Xpert® CT/NG della Cepheid, che rileva la presenza di Chlamydia trachomatis (il microrganismo che causa la clamidia) e di Neisseria gonorrhoeae (quello che provoca la gonorrea). Dal momento che queste infezioni possono localizzarsi in varie parti del corpo, il test verrà effettuato su campioni biologici raccolti dai tre siti più frequenti, cioè il cavo anale (attraverso un tampone rettale, cioè un tampone simile a un cotton fioc che verrà introdotto nell’ano e mosso leggermente per raccogliere il liquido della mucosa), la faringe (cioè la gola, anche in questo caso si passerà un tampone nel cavo orale), o il pene (in questo caso si raccoglierà dell’urina). La risposta è disponibile in 90 minuti. Per maggiori informazioni, clicca qui (documentazione in inglese).
  • Test per la creatinina: utilizziamo il misuratore di creatinina StatSensor Xpress.

Quanto costa partecipare a Sex Check?

Non dovrai pagare nulla per fare i test. Il programma è interamente gratuito. Sex Check è reso possibile grazie a un finanziamento non condizionato di Gilead Sciences.

Se faccio la PrEP, mi date anche il farmaco?

Nel caso che tu voglia usare la PrEP per proteggerti dall’Hiv, possiamo fornirti supporto per ottenere la prescrizione, offrirti tutti i test per il monitoraggio ma purtroppo potremmo non essere in grado di offrirti il farmaco (anche se ci stiamo lavorando…). Dovrai perciò acquistarlo tu stesso.

Cosa devo fare per partecipare a Sex Check?

Vediamoci! La prima cosa da fare è fissare un incontro, in presenza o via zoom, per verificare che Sex Check sia un programma adatto a te. Se capiamo che è così, potrai fare tutti i test già a partire dalla settimana successiva.

Per prenotare un appuntamento puoi:

  • Inviare una email a sexcheck@plus-aps.it
  • Chiamare al numero 051 4211857 da lunedì a venerdì dalle 9:00 alle 12:00 o da lunedì a giovedì dalle 18 alle 20.
  • Passare a trovarci al BLQ Checkpoint, in via San Carlo 42/C a Bologna, il lunedì o mercoledì dalle 18:00 alle 20:00
 

Gli amici del PrEP-Point di Bologna

Perché un Checkpoint

BLQ Checkpoint è una community viva. Vivila con noi.

Un checkpoint è una struttura interamente gestita dalle associazioni e dedicata al test rapido, salivare o a prelievo capillare, per l’HIV e altre infezioni a trasmissione sessuale.

Nasce dall’esigenza di portare i test per la salute sessuale al di fuori dell’ambito ospedaliero, rendendoli più accessibili. Inoltre, gli utenti possono ricevere supporto e informazioni da persone come loro, mediante un approccio “alla pari”.

I checkpoint community based sono presenti in città europee come AteneBarcellonaBelgrado, Berlino,  Lisbona… Il BLQ Checkpoint gestito da Plus Onlus è il primo di questo tipo in Italia.

Il motivo clou che ci ha spinto ad aprire un checkpoint a Bologna sono i dati epidemiologici, allarmanti soprattutto nella comunità cui ci rivolgiamo con particolare affetto e insistenza, cioè quella LGBT ed MSM (maschi che fanno sesso con maschi).

Ci abbiamo messo dieci anni per trasformare il nostro sogno in realtà. Il BLQ Checkpoint è stato inaugurato a fine giugno 2015 ed è operativo dal 15 settembre 2015. La struttura vanta una convenzione pluridecennale col Comune di Bologna e un accordo di cooperazione con l’ASL, che ci fornisce il personale sanitario. Tutte le altre persone che incontrate in via san Carlo 42/c portano avanti il progetto BLQ Checkpoint su base rigorosamente volontaria.