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In una Parigi piovosa e un po’ cupa, dove sembra che tutti si attendano un attentato da un momento all’altro ma nessuno osa dirlo, si è aperta ufficialmente la ILC (International Liver Conference) 2018, organizzata dalla EASL, l’associazione europea per gli studi sul fegato. Una conferenza fra le più importanti al mondo e lo si vede dai numeri: 10.000 epatologi da oltre 120 paesi del pianeta. Nella top 10 dei partecipanti figurano in testa gli statunitensi, ma sono presenti in forze ovviamente i francesi, i tedeschi, gli inglesi e gli italiani (con ben 468 partecipanti), ma sono presenti anche specialisti dalla Cina e dall’Egitto. Dei 2761 abstract presentati, ne sono stati accettati 1750 (1542 poster e 208 presentazioni orali). Sul piano organizzativo quest’anno la ILC è stata dotata di una veste nuova che va nella direzione della multidisciplinarità e dall’interazione: le sessioni mattutine (alle 7,30!) “Breakfast morning rounds” sono una opportunità per affrontare in maniera meno formale e molto pratico, temi solitamente impegnativi (per esempio le complicanze comuni su un fegato cirrotico). Chiaramente più adatta a specialisti o specializzandi che alla advocacy; la serie di incontri “Meet the expert”, le sessioni sul trapianto, così come le sessioni organizzate in collaborazione con EASD (Associazione Europea per gli studi sul diabete) e ESMO (Società Europea per l’oncologia medica), completano l’elenco delle novità. Veste nuova che da la misura di come l’orizzonte della ricerca sul fegato si stia ampliando verso nuove mete. In effetti gli studi presentati spaziano su vari temi: alcool, cirrosi, sanità pubblica, epatiti virali (ormai più attenzione sul ritorno della B – tanto per dire cosa conta avere un vaccino se non lo si usa – più che sulla C), NAFLD (Non-alcoholic fatty liver disease), epatocarcinoma (HCC – rispetto al quale è opinione comune che il trattamento efficace sulla HCV, non abbia nulla a che spartire con la HCC che in rari casi compare dopo), infezioni rare del fegato. Dalla presentazione delle sessioni della conferenza, emergono due strutture che non conoscevo: la EASL International Liver Foundation – una fondazione interessante che potremmo contattare per eventuali collaborazioni – e la ELPA, European Liver Patient’s Association, rete di associazioni di pazienti di fa parte l’italiana Epac. Per non parlare della World Hepatitis Alliance organizzazione globale molto impegnata sul tema della lotta contro la discriminazione, dove per l’Italia è sempre presente Epac. Detto questo non posso non notare che alcuni vecchie modalità tipiche di questo tipo di conferenze, sulle infezioni del fegato, sono rimaste. Diversamente dagli infettivologi, abituati da 30 anni di conferenze su HIV a descrivere una visione di insieme della lotta contro il virus e spesso ad inquadrare in tale visione politica i risultati dello studio presentato, i gastroenterologi tendono a declinare in modo didascalico gli eventi e gli esiti degli studi. In questa conferenza sono stati addirittura messi in plenaria temi sui quali non c’è sostanzialmente nulla di nuovo da dire. Penso a HDV e HEV temi piazzati in plenaria, dove la notizia più importante era il passaggio a fase II di alcuni studi che riguardano le due infezioni epatiche, nessun nuovo farmaco, dati discreti su interferone, ecc. Perfino nella plenaria più importante, quella della inaugurazione, è stato piazzato un enorme studio multicentrico, su ben 3 continenti, sulle infezioni da batteri multi-resistenti in pazienti cirrotici. Una situazione, come è facile immaginare, molto articolata. Nonostante la vastità dello studio e degli arruolati, la conclusione finale dello studio globale è stata sono necessari altri studi… Per ora l’unica novità è la presentazione (cui farà seguito la pubblicazione) delle linee guida relative a buona parte delle infezioni o malattie del fegato, presto saranno completate e pubblicate le mancanti che già sono annunciate. Oggi, mentre camminavo per gli stand, la hostess di una piccola azienda di macchine per effettuare test, mi ha donato un piccolo fegato di gomma antistress… una di quelle cose che se le stringi in mano ti passa lo stess. Dubito che sia utile in caso di diagnosi di HCV, ma si può tentare.

Sandro Mattioli
Plus Onlus
Presidente