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Al BLQ Checkpoint potrai effettuare il test HIV rapido su una goccia di sangue prelevato da una piccolissima puntura su un dito. Il test rapido HIV utilizzato al BLQ Checkpoint si chiama Determine™ HIV Early Detect. Dopo una attesa di 20 minuti, ti verrà comunicato l’esito del test HIV che può essere “non reattivo” o “reattivo”.

 

Quando fare il test?

L’identificazione veloce e accurata dei pazienti positivi all’HIV aumenta le possibilità di individuare i casi di infezione e agevola l’accesso tempestivo al trattamento più adeguato.

Rispetto ai test di 2ª e 3ª generazione, il test Determine™ HIV Early Detect di 4ª generazione è in grado di rilevare un maggior numero di infezioni acute. In questo modo si riduce il periodo finestra e si migliora la capacità di individuazione dei casi proprio quando i soggetti sono altamente contagiosi.
Determine™ HIV Early Detect fornisce risultati accurati in soli 20 minuti e può essere eseguito utilizzando campioni di sangue intero da digipuntura o venipuntura nonché di siero/plasma.

Reattivo ≠ Sieropositivo

I test rapidi per HIV – salivari o su campione di sangue da puntura del dito – non sono stati approvati come metodi di diagnosi dell’infezione da HIV in Italia. Quindi questi test possono offrire solo una prima indicazione: un eventuale risultato reattivo non può essere direttamente interpretato come una diagnosi di sieropositività!

In caso di risultato “reattivo”, occorre effettuare un test di conferma con la metodica tradizionale (ELISA e Western Blot) presso una struttura ospedaliera. Il BLQ Checkpoint offre la possibilità di essere messi in contatto direttamente e in maniera rapida con gli ambulatori HIV dell’Ospedale Sant’Orsola di Bologna per effettuare i test di conferma rapidamente in caso di esito reattivo.

Un esito negativo o “non reattivo”: è in genere considerato un segnale affidabile che non si è contratto il virus HIV (a meno che non ci sia esposti a un rischio considerevole pochi giorni prima di aver effettuato il test). Solo in alcuni casi, quindi, può essere consigliabile confermare un eventuale risultato negativo.

In ogni caso, il BLQ Checkpoint non può rilasciare alcun tipo di documentazione attestante l’esito del test né è consentito effettuare foto dei test, qualunque esso sia e per nessun motivo.

Quanto è affidabile il test?

Per il test rapido HIV si è scelto di usare la metodica che analizza una goccia di sangue prelevata attraverso una piccolissima puntura su un polpastrello. Questa modalità, infatti, offre delle prestazioni leggermente migliori.

In particolare, il Determine® HIV Early Detect ha le seguenti caratteristiche:

Sensibilità

La sensibilità è la capacità di un test di rilevare correttamente un risultato reattivo su campioni che sono effettivamente positivi. In altre parole, se un test ha una alta sensibilità è scarso il rischio che dia un “falso negativo”, cioè un risultato non reattivo su un campione che invece è positivo. Quanto più la sensibilità è alta, insomma, tanto più è affidabile un eventuale esito “non reattivo”.

La sensibilità di Determine® HIV Early Detect, secondo l’azienda produttrice, è del 100%.

Specificità

La specificità è invece la capacità di un test di dare correttamente esito negativo su campioni “sani”: detto in altri termini, se un test ha alta specificità è molto difficile che dia un falso risultato positivo, cioè un esito reattivo in caso invece non ci sia stata infezione. Determine® HIV Early Detect, secondo l’azienda produttrice, ha una specificità 99,72%.
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Per maggiori informazioni è possibile scaricare l’opuscolo in italiano.

Al BLQ CHECKPOINT è possibile effettuare il test per il virus dell’epatite C chiamato HCVAnche questo test, come quello per l’HIV, viene fatto su una goccia di sangue prelevata da una puntura indolore sul polpastrello.

Dopo il momento dell’infezione, ci possono volere fino a 6 mesi perché si formino gli anticorpi specifici; è quello che si chiama “periodo finestra”. Per un risultato affidabile, quindi, è bene effettuare il test almeno tre mesi dopo l’esposizione al rischio.

Perché fare il test HCV?

Il virus dell’epatite C è molto più diffuso di quello che non si pensi, anche perché si trasmette più facilmente – ad esempio – dell’HIV. Tuttavia l’infezione può non dare alcun sintomo anche per molti anni. Perciò l’unico modo per sapere se si ha l’HCV è effettuare un apposito test.Anche se non dà sintomi, l’epatite C può provocare infiammazione e formazione di tessuto cicatriziale nel fegato, e questo può evolvere in epatite cronica, fibrosi, cirrosi, carcinoma epatico. Oggi esistono terapie semplici e della durata di 6-12 settimane che permettono di eradicare il virus dell’epatite C dall’organismo; guarire dall’infezione da HCV aiuta ad evitare che la salute del fegato peggiori.

Figure 1 annotated complete

ICTV – HCV Classification Genotipi e sottotipi del virus dell’epatite C secondo l’International Committee on Taxonomy of Viruses

Esistono diverse tipologie di virus dell’epatite C; sono stati identificati 7 genotipi di HCV identificati con i numeri da 1 a 7; alcuni genotipi possono distinguersi in diversi sottotipi (ad esempio genotipo 1a e 1b). In Italia, il genotipo prevalente è l’1b.Il virus dell’epatite C si trasmette quando il sangue di una persona portatrice del virus HCV entra nell’organismo – attraverso ferite o mucose non integre – di un’altra persona. Questo può avvenire, ad esempio:

  • usando strumenti taglienti (rasoi, forbici, strumenti per tatuaggi o piercing, ecc.) adoperati da altri e non correttamente sterilizzati;
  • scambiando siringhe (ad es. per il consumo di sostanze stupefacenti);
  • utilizzando dei sex toys usati precedentemente da altri;
  • nel sesso di gruppo, se una persona penetra un’altra portatrice del virus e poi – senza cambiare il condom o senza usarlo – ne penetra un’altra ancora;
  • nel fisting se non si usano strumenti – sia guanti che lubrificante – puliti e che non siano entrati in contatto con il sangue di altre persone;
  • in rapporti sessuali in cui le mucose o la pelle vengano danneggiate anche in maniera non evidente (ad esempio nei rapporti anali molto energici).

In generale, la modalità di contagio più frequente è attraverso lo scambio di siringhe per il consumo di droghe, seguita dalle infezioni che avvengono in conseguenza di pratiche mediche non strumenti non correttamente sterilizzati; la trasmissione in occasione dell’attività sessuale è tuttavia in aumento.Sembra che l’infezione di HCV si stia diffondendo sempre più tra gli uomini gay e gli altri maschi che fanno sesso con maschi, soprattutto se sieropositivi all’HIV, secondo alcune ricerche condotte all’estero.

Che risultati fornisce il test?

Al BLQ Checkpoint usiamo il kit denominato SD Bioline HCV di Abbott. Si tratta di un test che va a verificare la presenza di anticorpi anti-HCV. Se il test “reagisce” al campione di liquido biologico, vuol dire che ha rilevato gli anticorpi anti-HCV e in questo caso si parla di risultato “reattivo”. Come per il test rapido HIV, anche questo non può essere considerato uno strumento di “diagnosi”. In caso di risultato “reattivo”, occorre effettuare un esame di conferma presso una struttura ospedaliera abilitata. Il BLQ Checkpoint offre la possibilità di essere messi in contatto direttamente e in maniera rapida con l’ambulatorio epatiti virali dell’Ospedale Sant’Orsola di Bologna per effettuare i test di conferma rapidamente in caso di esito reattivo. Un esito “negativo” o “non reattivo” è considerato un segno affidabile che non si è contratta l’infezione da HCV, a meno che non ci si sia esposti al rischio di infezione poche settimane prima di aver effettuato il test. Solo in alcuni casi, perciò, può essere consigliabile effettuare nuovamente il test dopo qualche tempo.In ogni caso, il BLQ Checkpoint non può rilasciare alcun tipo di documentazione attestante l’esito del test né è consentito fotografare i test, qualunque esso sia e per nessun motivo.

Quanto è affidabile il test?

Il kit SD Bioline HCV è stato provato su 299 campioni con risultati soddisfacenti in termini sia di specificità (98,1%) sia di sensibilità (99,3%).

Sensibilità

La sensibilità è la capacità di un test di rilevare correttamente un risultato reattivo su campioni che sono effettivamente positivi. In altre parole, se un test ha una alta sensibilità è scarso il rischio che dia un “falso negativo”, cioè un risultato non reattivo su un campione che invece è positivo. Quanto più la sensibilità è alta, insomma, tanto più è affidabile un eventuale esito “non reattivo”. La sensibilità del test rapido SD Bioline HCV per la determinazione degli anticorpi anti-HCV è stata valutata in 142 campioni di cui si era già accertata l’infezione dal virus HCV. La sensibilità è stata calcolata dividendo il numero di risultati reattivi del test rapido SD Bioline HCV per la determinazione degli anticorpi anti-HCV (141) con il numero totale di campioni esaminati dei soggetti infetti con HCV (N = 142). Il risultato indica una sensibilità del 99,3 %; l’intervallo di confidenza (IC) al 95%, grandezza che forniscono una indicazione statistica di quanto il risultato può variare nella vita reale, varia tra 96,1 e 99,9 %.

  • Specificità

La specificità è invece la capacità di un test di dare correttamente esito negativo su campioni “sani”: detto in altri termini, se un test ha alta specificità è molto difficile che dia un falso risultato positivo, cioè un esito reattivo in caso invece non ci sia stata infezione. La specificità del test rapido SD Bioline HCV per la determinazione degli anticorpi anti-HCV è stata valutata in persone di cui era già stato determinato che non erano infette dal virus HCV. La specificità percentuale del test rapido SD Bioline HCV per la determinazione degli anticorpi anti-HCV è stata calcolata dividendo il numero di risultati non reattivi del test rapido SD Bioline HCV per la determinazione degli anticorpi anti-HCV (154) per il numero totale di campioni esaminati dei soggetti diagnosticati come non infetti da HCV (N = 157). Il risultato fornisce una specificità del 98,1 %; l’intervallo di confidenza (IC) al 95% varia tra il 94,5 e il 99,4 %.

Al BLQ CHECKPOINT è possibile effettuare il test per gli anticorpi contro il Treponema pallidum, il batterio che causa la sifilideAnche questo test, come quello per l’HIV o l’HCV, viene fatto su una goccia di sangue prelevata da una puntura indolore sul polpastrello.

Secondo la maggior parte degli esperti, la sifilide può dare dei sintomi tra 10 e 90 giorni dopo l’infezione (il periodo medio di incubazione è 21 giorni). Gli anticorpi appaiono da 3 a 6 settimane dopo l’infezione, quindi per avere un risultato attendibile si raccomanda di eseguire il test 90 giorni dopo la possibile esposizione all’infezione.

Perché fare il test per la sifilide?

La sifilide è particolarmente diffusa, anche in Italia, soprattutto in alcuni gruppi di persone, come i maschi che fanno sesso con maschi (MSM), termine con cui si indicano gli uomini gay e bisessuali. Nel nostro paese c’è stato un picco epidemico nel 2016 che ancora non si è esaurito, almeno stando agli ultimi dati pubblicati dall’ISS e riferiti al 2017.

Il Treponema pallidum, il batterio che causa la sifilide, penetra nel corpo attraverso le mucose o anche la pelle. Per questo, ogni tipo di rapporto sessuale (vaginale, anale, orale) può essere alla base della trasmissione della sifilide. In alcuni casi, la sifilide si può trasmettere anche con la masturbazione reciproca o i baci profondi.

Solitamente la sifilide si sviluppa sui genitali, provocando delle piccole ulcere che possono anche facilitare la trasmissione di HIV. L’infezione da sifilide viene descritta in diversi stadi.

La sifilide primaria è caratterizzata dallo sviluppo del sifiloma, un’ulcera collocata nel punto in cui il batterio è penetrato, solitamente 3-4 settimane dopo l’infezione; negli uomini si presenta sul pene, presso l’ano o nel retto, nelle donne nella vagina, sulla vulva o sul perineo, ma è possibile averlo anche in altre aree del corpo. DI solito il sifiloma non dà dolore o altri sintomi, e considerando che nella maggior parte dei casi scompare spontaneamente nel giro di alcune settimane, può quindi capitare che le persone non si accorgano di averlo.

La siflide secondaria si ha quando il batterio si diffonde in tutto l’organismo. A parte alcuni sintomi generici come febbre, mancanza di appetito, stanchezza o nausea, nella maggioranza dei casi si sviluppano delle piccolissime lesioni della cute o delle mucose (spesso sui palmi delle pani o ai piedi, ma possono interessare qualsiasi parte della superficie del corpo). Se non trattate, le lesioni possono sparire in poche settimane, persistere per mesi o tornare a “ondate”.

In assenza di trattamento e dopo un lungo periodo di tempo, la sifilide può interessare il sistema neurologico con dolori e rigidità negli arti.

Che risultati fornisce il test?

Al BLQ Checkpoint per la sifilide usiamo principalmente il kit denominato DPP® Syphilis Screen & Confirm del gruppo Biosynex. Si tratta di un test in grado di verificare la presenza di anticorpi contro il Treponema pallidum così come dei non treponemici, una caratteristica che consente di utilizzare il test anche in persone che hanno già avuto una pregressa diagnosi di sifilide . Se il test “reagisce” al campione di liquido biologico, vuol dire che ha rilevato gli anticorpi e in questo caso si parla di risultato “reattivo”. Come per tutti i test rapidi, anche questo non può essere considerato uno strumento di “diagnosi”. In caso di risultato “reattivo”, occorre effettuare un esame di conferma presso una struttura ospedaliera abilitata. Il BLQ Checkpoint offre la possibilità di essere messi in contatto direttamente e in maniera rapida con gli ambulatori di malattie infettive dell’Ospedale Sant’Orsola di Bologna o con il Centro MTS per effettuare i test di conferma rapidamente in caso di esito reattivo. Un esito “negativo” o “non reattivo” è considerato un segno affidabile che non si è contratta la sifilide, a meno che non ci si sia esposti al rischio di infezione poche settimane prima di aver effettuato il test. Solo in alcuni casi, perciò, può essere consigliabile effettuare nuovamente il test dopo qualche tempo. In ogni caso, il BLQ Checkpoint non può rilasciare alcun tipo di documentazione attestante l’esito del test né è consentito effettuare foto al test, qualunque esso sia e per nessun motivo.

Quanto è affidabile il test?

Per verificare l’affidabilità dei test di screening, normalmente si prendono in considerazione due parametri: sensibilità e specificità.

 
  • Sensibilità

La sensibilità è la capacità di un test di rilevare correttamente un risultato reattivo su campioni che sono effettivamente positivi. In altre parole, se un test ha una alta sensibilità è scarso il rischio che dia un “falso negativo”, cioè un risultato non reattivo su un campione che invece è positivo. Quanto più la sensibilità è alta, insomma, tanto più è affidabile un eventuale esito “non reattivo”. Secondo la ditta produttrice, la sensibilità del test rapido DPP® Syphilis Screen & Confirm per la determinazione degli anticorpi anti-Treponema pallidum è del 96,5%, del 99,7% per i non treponemici (per titoli RPR≥ 1:8).

  • Specificità

La specificità è invece la capacità di un test di dare correttamente esito negativo su campioni “sani”: detto in altri termini, se un test ha alta specificità è molto difficile che dia un falso risultato positivo, cioè un esito reattivo in caso invece non ci sia stata infezione. La specificità del test rapido DPP® Syphilis Screen & Confirm per la determinazione degli anticorpi anti-Treponema pallidum secondo la ditta produttrice è del 95,5% e del 98,6% per i non treponemici.

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