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Abbiamo collaborato con Gabriele Gelmini del Fatto per scrivere un articolo su chi usa la PrEP in Italia.

solo 3600 persone in Italia usufruiscono della PrEP, la terapia di profilassi pre esposizione all’Hiv che consente di evitare il contagio in caso di contatto col virus. In attesa che, dopo il via libera del Comitato prezzi e rimborsi dell’Agenzia del farmaco, diventi gratuita anche in Italiailfattoquotidiano.it ha incontrato alcuni di loro e ne ha raccolto le testimonianze anonime, per capire come abbiano iniziato questo percorso e con quali difficoltà.

M.C., 37 anni, Napoli: “Di Hiv nessuno parla più” – “Ho deciso di sottopormi alla PrEP perché si tratta di un protocollo che prevede test periodici ogni tre mesi: più ci testiamo, più controllo e prevenzione ci sono e più siamo sicuri”. Purtroppo però “negli ospedali è il caos totale: gli orari di ambulatorio cambiano senza che nessuno venga avvisato, le prenotazioni non sono sempre disponibili e il Cup spesso non sa chi sia il dottore di riferimento”. Inoltre, la profilassi “costa molto, 60 euro per 30 pastiglie (in pochi possono permettersi di spendere soldi così), e molti non hanno capito le potenzialità offuscati dal pregiudizio. Solo alcune città sono all’avanguardia, non c’è organizzazione didattica, divulgativa, educativa: insomma di Hiv nessuno parla più”.

G.L., 29 anni, Bologna: “Questa è omofobia di Stato” – “Ho deciso di intraprendere la PrEP nel febbraio 2022, dopo aver avuto un rapporto protetto con un ragazzo che in un secondo momento, durante alcuni controlli medici, ha scoperto di essere sieropositivo. Mi sono rivolto al reparto di Infettivologia dell’ospedale Sant’Orsola e sono stato sottoposto a molti esami per scongiurare il contagio da Hiv e verificare la presenza di altre infezioni sessualmente trasmissibili. Sono risultato negativo in entrambi i cicli di esami per l’Hiv, ma positivo per la gonorrea, per la quale mi sono stato subito fornite le cure del caso”. Davanti alla scarsa visibilità sociale del problema però G.L. si accalora, parlando di “omofobia di Stato”: “Questa mancanza di discussione porta ad una scarsa informazione sull’argomento, per cui ci sono persone che non conoscono per nulla l’esistenza della PrEP e non possono ricorrervi”. Tra chi invece conosce l’esistenza della profilassi, “le ragioni per cui si decide di non aderire possono essere tre: il costo, nonostante alcune farmacie prevedano degli sconti; lo stigma di chi pensa che ricorre alla PrEP solo chi non fa uso di protezioni; l’ignoranza di chi associa la profilassi alla mancanza di controlli”.

F.L., 34 anni, Milano: “Sicuro che allora tanto vale non avere l’Hiv?” – F.L. si dice soddisfatto della strada intrapresa: “Il percorso prevede un intero iter volto a responsabilizzare l’individuo proponendo vaccinazioni (che spesso non sono obbligatorie né sovvenzionate, ma necessarie) a titolo gratuito. Si è affiancati da un infettivologo che segue tutta la tua storia e tramite i vari esami a cadenza regolare ti permette di avere sempre coscienza del tuo stato di salute (quindi sei costantemente testato contro sifilide, gonorrea, papilloma, eccetera)”.

Per quanto riguarda il costo della terapia afferma: “Sono sicuro che due euro al giorno per una pillola che garantisce l’immunità dall’Hiv saremmo tutti disposti a spenderli”; ma condivide le perplessità sulla scarsa visibilità: “Molte persone pensano che tutta questa informazione, spesso affidata solo alle associazioni Lgbtq+, sia una semplice ‘propaganda’ per sdoganare uno stile di vita sregolato”. Infatti “nell’ambiente gay, chi è in PrEP viene spesso scambiato per una persona che impegna tutto il suo tempo ad avere rapporti non protetti con chiunque capiti a tiro. A testimonianza di ciò, un mio caro amico mi ha confidato di aver fatto sesso non protetto con una persona conosciuta su un’app di incontri, ma di non essere affatto turbato perché ‘tanto io non frequento la gente che frequenti tu, sono persone che ispirano fiducia’. Ecco, spesso ci si affida a un bel viso per convincersi che andrà tutto bene, e magari la convinzione è reciproca, ma nessuno dei due si fa test in maniera regolare. Purtroppo questo è il muro di scetticismo contro chi usa la PrEP”.

M.V., 48 anni: “Se usi la PrEP sei una put*ana” – “Nel mondo eterosessuale fino a poco tempo fa nessuno conosceva l’esistenza della PrEP, mentre fra noi gay c’è il luogo comune che se la usi sei una put*ana. Quando incontri qualcuno e dici di essere in PrEP, la reazione il più delle volte è di schifo“. Di solito l’obiezione principale è che “fa male e poi le malattie sono tante. A quel punto io rispondo: ‘Escludi l’evento più grave’, mentre per le altre malattie esiste una cura. Inoltre io ogni tre mesi vengo testato, tu?”. E conclude: “In realtà il messaggio è preservati, difenditi e difendi, ma c’è ancora troppa ignoranza”.

S., 28 anni, Bologna: “Frega qualcosa allo Stato che i suoi cittadini siano anche animali sessuali? Per me no” – “Sono stato in PrEP solo per un anno, poi ho smesso semplicemente perché studiando a tempo pieno e non avendo un lavoro non me la sono più potuta permettere. Ma anche solo avere la consapevolezza della protezione data dalla PrEP mi faceva sentire tranquillo, mi toglieva i sensi di colpa e mi faceva godere appieno della sessualità, a cui troppo spesso si dà poca o nessuna importanza. Inoltre, proteggendo me, facevo rete di protezione per gli altri. Su Grindr (app per incontri tra uomini gay, ndr) c’è la possibilità di indicare che si è in PrEP, e ho subìto alzate di sopracciglia perché ‘eh ma ci sono le altre malattie!’. Eh beh, sì, grazie, ci sono, ma Hiv e gonorrea non sono allo stesso livello di impatto sulla vita, l’Hiv è per sempre“.

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Ho iniziato a seguire il protocollo PrEP l’estate scorsa (agosto 2022) dopo averne parlato con alcuni miei amici che già lo seguivano e dopo aver svolto una serie di considerazioni personali. Prima di iniziare questo percorso avevo tutta una serie di pregiudizi su chi assumeva la PrEP:

come buona parte dei detrattori della PrEP ero convinto che chi la assumeva fosse una persona incline alla promiscuità (una puttana, in poche parole) e, come tutti, ripetevo il mantra che la PrEP protegge dall’HIV ma non dalle altre IST (infezioni sessualmente trasmissibili(.


Successivamente qualcosa nella mia vita sessuale è cambiato. Io sono nato negli anni ’80 e, ai tempi della mia pubertà e adolescenza, l’HIV era oggetto di forte stigma: ricordo ancora, a metà degli anni ’90, la pubblicità che invitava all’uso del preservativo, in cui le persone sieropositive erano segnalate da un’aura viola (come se questa malattia fosse un marchio di infamia). Questo certamente mi ha permesso di essere cosciente del problema, ma d’altra parte ha creato in me una serie di paure e di blocchi esagerati se non ingiustificati, senza tralasciare il fatto che, nonostante tutto questo parlare dell’HIV, nessuno mi aveva spiegato quali altre infezioni ci fossero al mondo.

Fatto sta che, da quando sono andato a vivere da solo dopo la laurea e ho iniziato di conseguenza ad avere una vita sessuale più attiva, ho sempre praticato il sesso col preservativo anche con persone delle quali mi sarei potuto ragionevolmente fidare. Non ci sarebbe di per sé nulla di sbagliato in tutto questo, se non fosse che io avevo delle fantasie sessuali che reprimevo per paura di rimanere contagiato.

Si trattava di cose tutto sommato banali, come praticare del sesso orale e farmi eiaculare in bocca. Inizialmente avevo una buona disciplina e sono sempre riuscito ad avere un buon autocontrollo, ma negli ultimi anni mi sono accorto che, soprattutto nei momenti di maggiore stress, assecondare queste fantasie agiva da valvola di sfogo. Qualche volta ho quindi ceduto al desiderio di fare sesso orale con ingoio di sperma e, quando un paio di volte mi è capitato di fare anche del sesso anale non protetto, ho capito che correvo un rischio concreto di perdere il controllo della situazione.

Mi sono allora convinto che la PrEP avrebbe potuto farmi da paracadute in quei casi in cui desideravo lasciarmi andare alle mie fantasie, fermo restando il fatto che iniziare quel percorso non avrebbe escluso di ricorrere anche al preservativo. Ho anche pensato che è vero che la PrEP non protegge dalle altre infezioni, ma è altrettanto vero che per queste c’è comunque una cura che permette di guarirle, mentre, come si sa, purtroppo ancora non esiste una cura che debelli il virus dell’HIV.

Inoltre, chi segue il protocollo PrEP deve sottoporsi a cadenza trimestrale a un check-up particolarmente accurato che permette, nel caso si sia contratta una infezioni, di agire tempestivamente.

Io non credo, quando ancora non assumevo la PrEP, di essermi mai sottoposto ai test in maniera così frequente (li ripetevo una media di due o tre volte l’anno a seconda dei casi) e comunque non si trattava di controlli così approfonditi (tipicamente solo test per HIV, sifilide ed epatiti, se non sussisteva il sospetto di altre infezioni).

Io sono seguito presso l’Ospedale Niguarda di Milano e i test che sono svolti sono esami del sangue (per HIV, sifilide ed epatiti) e delle urine, nonché tamponi faringei e anali.

Ho deciso quindi di iniziare a seguire il protocollo PrEP secondo la modalità on demand. All’inizio avevo un certo timore che questo farmaco avrebbe potuto darmi dei problemi, e infatti ho iniziato il primo ciclo un paio di mesi dopo aver ricevuto il via libera da parte dei medici ed essermi procurato il primo barattolo di pastiglie.

Contrariamente ai miei timori, non ho avuto nessun disturbo. Tuttora posso dire di non avere mai avuto particolari problemi legati all’assunzione del farmaco, se non, all’inizio, un problema di leggera insonnia che ho risolto spostando l’orario di assunzione della pillola a dopo il pranzo anziché dopo la cena.

Da un punto di vista personale, da quando ho iniziato questo percorso ho trovato due benefici.

  • Il primo è che sentendomi protetto dalla PrEP ho iniziato a vivere la mia sessualità in maniera più serena e libera da complessi e paure: da quel momento per me il sesso è diventato qualcosa di molto più appagante, soddisfacente e, in un certo senso, giocoso.
  • In secondo luogo, la consapevolezza di aver distrutto un luogo comune mi ha reso una persona più aperta al dialogo ma allo stesso tempo più consapevole e risoluta, e quindi tutto sommato più forte. Credo che entrambi siano benefici non trascurabili.

Vorrei concludere con un messaggio di augurio che ho ricevuto da un mio amico quando ho iniziato questo percorso. Si tratta di una persona con cui io avevo avuto dei rapporti sessuali ma che ho poi respinto quando mi ha detto di aver iniziato ad assumere la PrEP.

Lui è stato una persona più matura di me e siamo rimasti amici. Mi ritengo fortunato: non so se nei suoi panni avrei avuto le palle per comportarmi allo stesso modo. Ad ogni modo, quando gli ho detto che cominciavo anche io, mi ha risposto: “Vedrai che con il tempo tutte le tue paure si affievoliranno ed entrerai nella logica sana della prevenzione”.

È un augurio che vorrei comunicare a tutte quelle persone che in questo momento vorrebbero iniziare questo percorso ma che magari hanno qualche dubbio o paura che le frena.

Danilo, 36 anni, Milano


Non riusciamo ancora a liberarci dei pregiudizi verso la vita sessuale delle persone. Un aiuto potrebbe arrivare dalle testimonianze di chi usa la PrEP: il punto di vista del vissuto emotivo potrebbe avvicinare alla PrEP senza stigmatizzare chi ne fa uso. Se anche tu vuoi condividere la tua storia con la PrEP, scrivi un testo (300/500 parole) e inviacelo a info@prepinfo.it.

Puoi raccontarci perché hai scelto la PrEP e cos’è cambiato nella tua vita sessuale, ma anche, più semplicemente, come hai scoperto questo metodo preventivo, quale centro te l’ha prescritto e come ti sei trovato/a. 

Preferiremmo che le testimonianze non fossero anonime: la trasparenza è importante per creare un’onesta discussione pubblica sulla PrEP e sulla salute sessuale. Capiamo però che per alcune persone non è facile esporsi: in questo caso nella tua testimonianza potresti motivare perché hai scelto l’anonimato; così da sottolineare quanto sia ancora presente lo stigma verso le scelte sessuali delle persone.

Le donne della Porta accanto ha intervistato Margherita sulla sua esperienza con la PrEP che utilizza per proteggersi dall’HIV.

La PrEP, infatti, è uno strumento di prevenzione HIV anche per le donne cisgender.

L’unica differenza è che deve essere assunta tutti i giorni perché ha bisogno di tempo per essere efficace nei tessuti vaginali.

Prima di venire nei Paesi Bassi, credevo che la PrEP che protegge da HIV fosse un lusso a cui solamente gli americani potevano accedere.

Fui dunque sorpreso nello scoprire una situazione simile in Olanda: non ci ho messo molto a capire, facendo sesso con partner diversi, che quel “Don’t worry, I’m on PrEP” era più la regola che l’eccezione.

La spinta decisiva a iniziarla mi è stata data da un ragazzo conosciuto a Rotterdam, il quale era in PrEP da diverso tempo e con il quale avevo iniziato una relazione in cui, oltre ai rapporti più “tradizionali”, eravamo aperti anche al sesso di gruppo. 

Qui nei Paesi Bassi la PrEP ha un costo molto contenuto

  • 7.50€ a confezione, se seguiti dai consultori che prevedono monitoraggi trimestrali gratuiti. L’accesso a questa opzione può essere soggetto a limitazioni dettate dal numero di persone correntemente seguite da ogni consultorio;
  • oppure 17.50€ + spese per le analisi se si decide di procedere con il proprio medico di base.

Iniziare la PrEP è stato piuttosto liberatorio.  

Se è pur vero che in Olanda altre malattie veneree sono molto diffuse, soprattutto tra gli omosessuali maschi (penso ad esempio alla Clamidia, che io stesso ho preso due volte), l’ansia per l’HIV è sempre stata per me il pensiero più ingombrante quando si trattava di sesso occasionale o, ancor peggio, nel caso di sesso di gruppo.

Ecco quest’ansia (che ritrovo condivisa dai miei amici in Italia) qui è molto minore, se non quasi assente. 

Qui il rischio di infezione da HIV è riconosciuto e percepito come concreto e l’impressione generale è quella di essere ben protetti contro l’HIV e che il sistema si prende bene di te, con screening gratuiti per HIV e IST.

Daniele


Perché testimoniare sulla PrEP?

Gli studi scientifici concordano sull’efficacia della PrEP come strumento di prevenzione contro HIV e IST. Nonostante questo, non riusciamo ancora a liberarci dei pregiudizi verso la vita sessuale delle persone.

Un aiuto potrebbe arrivare dalle testimonianze di chi usa la PrEP; il punto di vista del vissuto emotivo potrebbe avvicinare alla PrEP senza stigmatizzare chi ne fa uso.

Se anche tu vuoi condividere la tua storia con la PrEP, scrivi un testo (300/500 parole) e inviacelo a info@prepinfo.it.

Puoi raccontarci perché hai scelto la PrEP e cos’è cambiato nella tua vita sessuale, ma anche, più semplicemente, come hai scoperto questo metodo preventivo, quale centro te l’ha prescritto e come ti sei trovato/a. 

Puoi anche farti ispirare da chi ha già condiviso la sua storia.

Preferiremmo che le testimonianze non fossero anonime: la trasparenza è importante per creare un’onesta discussione pubblica sulla PrEP e sulla salute sessuale.

Capiamo però che per alcune persone non è facile esporsi: in questo caso nella tua testimonianza potresti motivare perché hai scelto l’anonimato; così da sottolineare quanto sia ancora presente lo stigma verso le scelte sessuali delle persone.

Sono Luigi (nome di fantasia ndr), un uomo bisessuale cisgender di 37 anni e vivo in Spagna.

Ho deciso di mantenere l’anonimato perchè solo alcune persone a me vicine conoscono il mio orientamento sessuale e preferisco rispettare i miei tempi: ho iniziato a vivere serenamente la mia sessualità solo da quando vivo qui.

Ho iniziato a prendere la PrEP circa un anno fa, dopo un’esperienza a rischio HIV alla quale è seguita una PEP (profilassi post esposizione).

Ero spaventatissimo, ma grazie al consiglio di un mio amico ho avuto accesso alla PEP e, dopo aver terminato il percorso dei 28 giorni e fatto tutte le analisi, lo stesso medico dell’unità di malattie infettive mi ha parlato della PrEP, della quale non conoscevo l’esistenza.

Da quel momento posso vivere tranquillamente tutti i rapporti senza ossessioni e senza quel senso di colpa che si prova quando si ha un’esposizione a un rischio HIV. Devo ammettere che la mia sessualità è notevolmente migliorata e da quando prendo la PrEP non più paura di fare dei passi falsi.

La PrEP rimane forse un po’ troppo nascosta nelle campagne di informazione e credo che bisognerebbe darle più spazio, per una sessualità più libera e tranquilla.

La PrEP in spagna è gratuita e si può richiedere nelle unità di malattie infettive degli ospedali oppure nei vari checkpoint sparsi nelle principali città.


Perché testimoniare sulla PrEP?

Gli studi scientifici concordano sull’efficacia della PrEP come strumento di prevenzione contro HIV e IST. Nonostante questo, non riusciamo ancora a liberarci da alcuni obsoleti pregiudizi che si impongono nelle pratiche sessuali delle persone. 

Un aiuto potrebbe arrivare dalle testimonianze di persone che utilizzano la PrEP; il punto di vista del vissuto emotivo potrebbe avvicinare alla PrEP senza stigmatizzare chi ne fa uso.  

Stai valutando la PrEP oppure la utilizzi già da un po’?   Se anche tu vuoi condividere la tua testimonianza, scrivi un testo (300/500 parole) e inviacelo a info@prepinfo.it.  

  Puoi raccontarci perché hai scelto la PrEP e cos’è cambiato nella tua vita sessuale, ma anche, più semplicemente, come hai scoperto questo metodo preventivo, quale centro te l’ha prescritto e come ti sei trovato/a. Puoi anche farti ispirare da chi ha già condiviso la sua storia.

Preferiremmo che le testimonianze non fossero anonime: per creare un’onesta discussione pubblica sulla PrEP e sulla salute sessuale la trasparenza è importante

Ci piacerebbe, dunque, che tu includessi una tua foto e il tuo nome nome, o anche un nick name. 

Capiamo però che per alcune persone non è facile esporsi: in questo caso nella tua testimonianza potresti motivare perché hai scelto l’anonimato; così da sottolineare quanto sia ancora presente lo stigma verso le scelte sessuali delle persone.

Sono quasi sei mesi che ho iniziato il mio percorso con la PrEP.

C’ho messo due anni prima di decidermi a rivolgermi a un infettivologo per avere delle informazioni. Avevo paura di essere giudicato, sia dal personale sanitario sia dalla comunità gay.

Alla fine ho deciso che era giunto il momento: volevo sentirmi protetto e sicuro nel sesso occasionale, in cui non sempre usavo il condom.

Il mio primo approccio con il mondo PrEP è avvenuto presso il Milano Checkpoint, mentre ora sono seguito dal Centro Ce.Mu.S.S. dell’Asl di Torino.

Da quando ho indicato sulle app di incontri che utilizzo la PrEP, un sacco di persone mi hanno scritto per avere più informazioni.

Bisogna lottare sempre di più perché tutti e tutte siano informati.
Ho deciso per ora di utilizzare la PrEP in modalità on-demand.
Avendo un lavoro precario, devo ammettere che la spesa per la PrEP risulta abbastanza importante per me, ma è giunto il momento che io mi occupi seriamente della mia salute in tutti i suoi aspetti.


Perché testimoniare sulla PrEP?

Gli studi scientifici concordano sull’efficacia della PrEP come strumento di prevenzione contro HIV e IST. Nonostante questo, non riusciamo ancora a liberarci da alcuni obsoleti pregiudizi che si impongono nelle pratiche sessuali delle persone. 

Un aiuto potrebbe arrivare dalle testimonianze di persone che utilizzano la PrEP; il punto di vista del vissuto emotivo potrebbe avvicinare alla PrEP senza stigmatizzare chi ne fa uso.  

Stai valutando la PrEP oppure la utilizzi già da un po’?   Se anche tu vuoi condividere la tua testimonianza, scrivi un testo (300/500 parole) e inviacelo a info@prepinfo.it.  

  Puoi raccontarci perché hai scelto la PrEP e cos’è cambiato nella tua vita sessuale, ma anche, più semplicemente, come hai scoperto questo metodo preventivo, quale centro te l’ha prescritto e come ti sei trovato/a. Puoi anche farti ispirare da chi ha già condiviso la sua storia.

Preferiremmo che le testimonianze non fossero anonime: per creare un’onesta discussione pubblica sulla PrEP e sulla salute sessuale la trasparenza è importante

Ci piacerebbe, dunque, che tu includessi una tua foto e il tuo nome nome, o anche un nick name. 

Capiamo però che per alcune persone non è facile esporsi: in questo caso nella tua testimonianza potresti motivare perché hai scelto l’anonimato; così da sottolineare quanto sia ancora presente lo stigma verso le scelte sessuali delle persone.  

ùMi chiamo Carlo, vivo in Giappone e lavoro come ingegnere di sistema. In occasione della Giornata mondiale per la lotta all’AIDS, durante la pausa pranzo ho radunato i miei colleghi e ho spiegato cosa fosse la PrEP, prendendola poi di fronte a loro.

Nessuno sapeva di cosa si trattasse e mi hanno fatto molte domande. Alla fine della chiacchierata mi hanno ringraziato.

Parlarne è stato spaventoso, ma è stato altrettanto bello normalizzare il parlare di infezioni sessualmente trasmissibili.

Da quando prendo la PrEP ho smesso di crogiolarmi in ansie e paranoie, provando un enorme senso di sollievo: per la prima volta nella vita ho potuto vivere il sesso senza più paure ossessive. Questo mi ha aiutato oltretutto a riconoscere come accettarmi, portandomi a osservare con entusiasmo ed esplorare il piacere ed il divertimento nel sesso.

In altre parole, da quando ho iniziato la PrEP sono letteralmente più tranquillo e felice.

@rossocenere


Perché testimoniare sulla PrEP?

Gli studi scientifici concordano sull’efficacia della PrEP come strumento di prevenzione contro HIV e IST. Nonostante questo, non riusciamo ancora a liberarci da alcuni obsoleti pregiudizi che si impongono nelle pratiche sessuali delle persone. 

Un aiuto potrebbe arrivare dalle testimonianze di persone che utilizzano la PrEP; il punto di vista del vissuto emotivo potrebbe avvicinare alla PrEP senza stigmatizzare chi ne fa uso.  

Stai valutando la PrEP oppure la utilizzi già da un po’?   Se anche tu vuoi condividere la tua testimonianza, scrivi un testo (300/500 parole) e inviacelo a info@prepinfo.it.  

  Puoi raccontarci perché hai scelto la PrEP e cos’è cambiato nella tua vita sessuale, ma anche, più semplicemente, come hai scoperto questo metodo preventivo, quale centro te l’ha prescritto e come ti sei trovato/a. Puoi anche farti ispirare da chi ha già condiviso la sua storia.

Preferiremmo che le testimonianze non fossero anonime: per creare un’onesta discussione pubblica sulla PrEP e sulla salute sessuale la trasparenza è importante

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Sono una donna etero, cisgender, non vedente dalla nascita. Per la mia condizione sensoriale troppi mi credono incapace di intendere e volere, ma soprattutto priva di sessualità; la realtà invece è opposta e anch’io come tutte le persone ho le mie esigenze.

Ho vissuto dal 2009 al 2018 una relazione con un uomo sieropositivo, anche lui con la mia stessa disabilità sensoriale. Non abbiamo mai rischiato alcunché grazie alle reciproche attenzioni ma appena ho saputo della PreP nelle pagine social correlate all’HIV mi sono informata immediatamente.

Avrei voluto accedervi non per paura o sfiducia, ma per maggiore tranquillità soprattutto di lui: una coppia con disabilità visiva è infatti più vulnerabile ad incidenti domestici: basta un coltello con la lama in su, un bicchiere che si rompe e relativi vetri a terra, tagliarsi mentre si prepara la verdura…

O semplicemente se si spacca il preservativo (fortunatamente in 10 anni mai successo) perché complicarsi la vita con accompagnatori e quant’altro per farsi la profilassi post esposizione, se c’è quella pre?

In teoria non faceva una piega, ma da lì sono iniziati i problemi: sul sito PrepInfo, all’epoca nato da poco, ho notato che nella mia regione – Veneto – non c’era ancora alcun centro PreP; sì, a Bologna ho amici e sarebbe stata la zona più accessibile, ma al costo dei farmaci –circa 60 euro mensili (ma a breve sarà gratis!)-, avrei dovuto aggiungere viaggio e accompagnatori.

Sempre ammesso di poter in seguito acquistare il medicinale in una farmacia della mia zona, cosa assolutamente non scontata. Più tutti gli esami preliminari, eventuali colloqui coi medici, altri viaggi e accompagnatori!

A quel punto ho lasciato perdere, anche sapendo che il mio ex compagno aveva carica virale non rilevabile e abbiamo continuato a vivere con le stesse attenzioni di prima finché la relazione è durata, con me tutt’ora sieronegativa.

Anche se con lui è finita da tempo, le mie battaglie per la prevenzione e contro lo stigma su HIV proseguono comunque; per fortuna sul sito PrepInfo si sono aggiunti ulteriori centri e informazioni sulla profilassi pre-esposizione, ma ancora nella mia città non c’è niente.

E a distanza di anni da quando è stata approvata in Italia, ancora non la rimborsano il che è paradossale perché vedendola solo dal punto di vista economico, se contrai l’HIV perché sei senza PreP, poi allo Stato tocca rimborsare vita natural durante gli antivirali che costano il triplo.

Finiamola una volta per sempre con la visione paternalistica della sessualità, la salute sessuale è un diritto che dobbiamo pretendere in qualsiasi condizione o orientamento sessuale siamo.

Facile indignarsi quando i giornali sparano i casi limite alla Talluto, ma se tutta la popolazione sessualmente attiva avesse accesso alla PreP, certi attacchi -fortunatamente rari- non avrebbero effetto.

Quindi, anziché fare la predica a noi, lo Stato si assuma le proprie responsabilità perché non rimborsando la profilassi si rende complice delle nuove infezioni, deliberate o meno.

Elena Brescacin


Perché testimoniare sulla PrEP?

Gli studi scientifici concordano sull’efficacia della PrEP come strumento di prevenzione contro HIV e IST. Nonostante questo, non riusciamo ancora a liberarci da alcuni obsoleti pregiudizi che si impongono nelle pratiche sessuali delle persone. 

Un aiuto potrebbe arrivare dalle testimonianze di persone che utilizzano la PrEP; il punto di vista del vissuto emotivo potrebbe avvicinare alla PrEP senza stigmatizzare chi ne fa uso.  

Stai valutando la PrEP oppure la utilizzi già da un po’?   Se anche tu vuoi condividere la tua testimonianza, scrivi un testo (300/500 parole) e inviacelo a info@prepinfo.it.  

  Puoi raccontarci perché hai scelto la PrEP e cos’è cambiato nella tua vita sessuale, ma anche, più semplicemente, come hai scoperto questo metodo preventivo, quale centro te l’ha prescritto e come ti sei trovato/a. Puoi anche farti ispirare da chi ha già condiviso la sua storia.

Preferiremmo che le testimonianze non fossero anonime: per creare un’onesta discussione pubblica sulla PrEP e sulla salute sessuale la trasparenza è importante

Ci piacerebbe, dunque, che tu includessi una tua foto e il tuo nome nome, o anche un nick name. 

Capiamo però che per alcune persone non è facile esporsi: in questo caso nella tua testimonianza potresti motivare perché hai scelto l’anonimato; così da sottolineare quanto sia ancora presente lo stigma verso le scelte sessuali delle persone.  

Provengo da una generazione che è cresciuta all’ombra dello spettro onnipresente dell’HIV e dell’AIDS, in cui le campagne ufficiali di informazione, sebbene scientificamente ineccepibili, mi rappresentavano poco e poco avevano a che fare con la mia sessualità, tranne ovviamente quelle organizzate dalle associazioni LGBT. 

Questo senso di esclusione e di tragedia imminente ha influenzato a lungo la “fase italiana” del mio sviluppo sessuale finché non mi sono trasferito nel Regno Unito per studio/lavoro, dove ho trovato una rete di supporto e promozione della salute sessuale mai conosciute fino ad allora e che hanno instillato un nuovo senso di sicurezza legato alla sfera sessuale.

Tale sicurezza è poi aumentata dopo aver scoperto la PrEP grazie ad un mio caro amico, coetaneo e residente negli USA, che aveva incominciato a prenderla. A lui facevo le domande “che non avresti mai chiesto”, tipo l’impatto del farmaco sulla salute in generale, la facilità di reperimento e assunzione, eventuali infezioni…

Nonostante se ne parlasse ormai ovunque sulla stampa gay americana, nutrivo ancora dubbi sulla PrEP, non mi fidavo di chi mi diceva “io la prendo”. Perciò ho incominciato a informarmi qui nello UK e inizialmente ho preso parte allo studio esplorativo sulla PrEP condotto dalla sanità inglese – e caldamente voluto da organizzazioni di volontariato come Prepster e I Want Prep Now – non tanto per valutarne l’efficacia, ma per capirne le eventuali fasce di utenti e gli usi previsti. L’aver agito da cavia per questo studio, sapendo di essere sotto costante monitoraggio ogni 3 mesi come previsto dal protocollo PrEP, mi ha restituito quella serenità e, per la prima volta, un senso di liberazione sessuale davvero unico e impensabile fino a quel momento. 

Ora, nel Regno Unito, la PrEP è stata completamente sdoganata ed è sovvenzionata, dopo lunghe battaglie, dal sistema sanitario nazionale. Nel mio lavoro da traduttore e accademico cerco di promuovere l’importanza del linguaggio e dell’accessibilità delle risorse dedicate alla salute sessuale per ispirare le nuove generazioni ad informarsi e ad accogliere la sessualità con meno ansia e con forte autodeterminazione. Sapere che anche in Italia si combattono queste battaglie, nonostante tutte le difficoltà tipicamente italiote, è un sollievo.

Piero


Perché testimoniare sulla PrEP?

Gli studi scientifici concordano sull’efficacia della PrEP come strumento di prevenzione contro HIV e IST. Nonostante questo, non riusciamo ancora a liberarci da alcuni obsoleti pregiudizi che si impongono nelle pratiche sessuali delle persone. 

Un aiuto potrebbe arrivare dalle testimonianze di persone che utilizzano la PrEP; il punto di vista del vissuto emotivo potrebbe avvicinare alla PrEP senza stigmatizzare chi ne fa uso.  

Stai valutando la PrEP oppure la utilizzi già da un po’?   Se anche tu vuoi condividere la tua testimonianza, scrivi un testo (300/500 parole) e inviacelo a info@prepinfo.it.  

  Puoi raccontarci perché hai scelto la PrEP e cos’è cambiato nella tua vita sessuale, ma anche, più semplicemente, come hai scoperto questo metodo preventivo, quale centro te l’ha prescritto e come ti sei trovato/a. Puoi anche farti ispirare da chi ha già condiviso la sua storia.

Preferiremmo che le testimonianze non fossero anonime: per creare un’onesta discussione pubblica sulla PrEP e sulla salute sessuale la trasparenza è importante

Ci piacerebbe, dunque, che tu includessi una tua foto e il tuo nome nome, o anche un nick name. 

Capiamo però che per alcune persone non è facile esporsi: in questo caso nella tua testimonianza potresti motivare perché hai scelto l’anonimato; così da sottolineare quanto sia ancora presente lo stigma verso le scelte sessuali delle persone.  

Colgo l’invito che PrEP in Italia, a cui mi sono rivolto qualche giorno fa per avere delle informazioni sulla PrEP. Mi hanno chiesto di condividere il mio punto di vista, quello di trentenne etero non ancora in PrEP, ma curioso e interessato alla cosa. 

Sono uomo, etero, di 36 anni, impegnato in relazione stabile pluriannuale e tendenzialmente monogamo (questa concedetemela).

Cosa ci fai qui?” mi direte.


Sono qui perché l’HIV riguarda me.

Riguarda i miei nipoti adolescenti alle prime esperienze, riguarda mio padre vecchio piacione di paese, riguarda mio fratello disabile che avrebbe bisogno di sostegno sessuale e via dicendo.

Il problema della prevenzione riguarda evidentemente tutte e tutti noi. 

Perché, se qualcuno avesse ancora dubbi, al virus importa assai poco di quelli sono le mie preferenze sessuali, la mia nazionalità, il mio reddito, il partito politico che voto, la squadra del cuore e quant’altro usa la società per darci un’etichetta.

PrEP in Italia mi ha parlato addirittura di stigma verso chi usa la PrEP: il colmo!

Perché fai la PrEP? Sei uno sporcaccione allora… Un fedifrago, un puttaniere/puttana o più semplicemente lo/la dai in giro… Magari nei locali dove con altri sporcaccioni come te giocate a farlo ando’ cojo cojo… Non è che ti buchi già ci sei?

Volete la mia esperienza?
Ho fatto sesso protetto, non protetto, stabile, occasionale, furtivo, istituzionale, a pagamento, aggratis, per amore e per vendetta… E tutte le volte insieme a me e alla mia partner c’era lei: l’HIV.

Il virus infame. C’era anche se non c’era. Se non c’era subito, veniva a trovarmi qualche ora dopo col suo alone di mistero (ma ci sarà o non ci sarà?)… 

E se c’era? Se ci sarà? Posso baciare? Posso leccare? Oddio ma non è che quella ferita era sanguinante? E come glielo spiego ora… Come glielo chiedo ora… E se succede come mi giustifico… In pratica eravamo io lei e l’altra. Il che diciamo che non aiuta la prestazione.

Vogliamo dirla tutta? Il condom è uno strumento formidabile di prevenzione, ma per indossarlo correttamente necessita diciamo di un certo supporto fisiologico, non so se mi spiego.

Il pene deve essere ben eretto, bello duro come un torrone alla fiera di san Giuseppe… Senno’ si sfila, diventa difficile da indossare e l’empasse crea ulteriore disagio.. Poi cosa fai? E con l’orale come la mettiamo? E non parlo dell’interrogazione di latino. Sempre meglio arrivare PREParati!

Quand’ero adolescente, non esistevano gli autotest per l’HIV, toccava andare dai genitori, dal medico, al laboratorio analisi: apriti cielo, che scostumato!

E anche oggi devo dire che non è facile parlarne, specie in quei momenti… Hai fatto il test? Di solito è gelo (altra cosa che notoriamente non aiuta la performance).

Quindi perché vorrei fare la PREP?

Perché vorrei vivere il sesso in maniera più serena, e rimuovere se possibile un ulteriore elemento d’ansia: la vita moderna mi sembra che ce ne distilli già una bella dose quotidiana.

  • Voglio vivere il sesso con più serenità
  • Voglio proteggermi senza dover sapere lo stato sierologico dell’altra persona
  • Se più persone usano la PrEP, l’HIV si diffonde molto di meno
  • Perché sono fatti miei!

Il mondo sta cambiando, è bello e liberatorio poterne parlare e scrivere.

La PrEP è uno strumento che si è rivelato efficace. Allora, perché no?!

Usiamola. Perché l’anticoncezionale e il viagra (di cui si abusa a tutte le età) sì e la PrEP no? 

Ma la strada mi sembra tracciata: la questione riguarda come sempre la consapevolezza più che altro, nel sesso come nella vita

La medicina e la chimica sono dalla nostra, ci sono medici pronti ad aiutarci e attivisti come PrEP in Italia che gratuitamente si occupano di prevenzione, e di lotta allo stigma (sarà ora di finirla?!). Ma quella è un’altra battaglia, per certi aspetti ancora più importante. Ne riparleremo.

E.


Perché testimoniare sulla PrEP?

Gli studi scientifici concordano sull’efficacia della PrEP come strumento di prevenzione contro HIV e IST. Nonostante questo, non riusciamo ancora a liberarci da alcuni obsoleti pregiudizi che si impongono nelle pratiche sessuali delle persone. 

Un aiuto potrebbe arrivare dalle testimonianze di persone che utilizzano la PrEP; il punto di vista del vissuto emotivo potrebbe avvicinare alla PrEP senza stigmatizzare chi ne fa uso.  

Stai valutando la PrEP oppure la utilizzi già da un po’?   Se anche tu vuoi condividere la tua testimonianza, scrivi un testo (300/500 parole) e inviacelo a info@prepinfo.it.  

  Puoi raccontarci perché hai scelto la PrEP e cos’è cambiato nella tua vita sessuale, ma anche, più semplicemente, come hai scoperto questo metodo preventivo, quale centro te l’ha prescritto e come ti sei trovato/a. Puoi anche farti ispirare da chi ha già condiviso la sua storia.

Preferiremmo che le testimonianze non fossero anonime: per creare un’onesta discussione pubblica sulla PrEP e sulla salute sessuale la trasparenza è importante

Ci piacerebbe, dunque, che tu includessi una tua foto e il tuo nome nome, o anche un nick name. 

Capiamo però che per alcune persone non è facile esporsi: in questo caso nella tua testimonianza potresti motivare perché hai scelto l’anonimato; così da sottolineare quanto sia ancora presente lo stigma verso le scelte sessuali delle persone.