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Riportiamo la storia di Lucia, nome di fantasia: una donna cis che ha deciso di usare la PrEP per proteggersi dall’HIV.

Prima della PrEP, mi capitava di fare sesso senza preservativo. Soprattutto da quando ero in menopausa, non avevo più la preoccupazione di rimanere incinta. Sapevo dell’esistenza dell’HIV, ma – sbagliandomi – la sottovalutavo e pensavo fossero a rischio solo i ragazzi gay o chi fa sesso con tanti sconosciuti.

Un giorno ricevo un messaggio di un mio ex partner: “Ho l’HIV. Ti consiglio di testarti”. Mi si gela il sangue: dove ci si testa? Non sapevo niente. Mi affido a Google e per fortuna trovo un centro nella mia città dove fare il test gratuito. Il risultato fu negativo, ma quello spavento mi ha aiutata a riflettere sulla mia sessualità e su cosa fare per proteggermi perché L’HIV non ha genere e chiunque può contrarla.

Ho valutato e provato il preservativo per vagine, ma non fa per me. Mi sono fatta tante domande, tra cui: Sarò sempre in grado di chiedere al mio partner di indossare il preservativo? Sono stata molto fortunata perché al centro mi hanno parlato della PrEP. All’inizio era molto dubbiosa: ha senso prendere un farmaco per proteggersi dall’HIV? Tra l’altro le donne cis e le persone con vulva devono assumerla per forza tutti i giorni perché sia efficace.

Dall’altro lato il ricordo di quel messaggio era ancora presente e avevo rinunciato del tutto al sesso per la paura. Così ho deciso di dare una possibilità alla PrEP.

E ho fatto un’ottima scelta. Da quando sono in PrEP non è aumentato il numero di volte che non uso il preservativo. È aumentata la qualità della mia vita sessuale. Con la PrEP so che qualsiasi cosa succeda, avrò sempre una protezione contro l’HIV. E controlli periodici per la principali infezioni sessualmente trasmissibili.

Mi sarebbe piaciuto usare il mio vero nome e mostrare il mio volto, ma ho molta paura dei giudizi delle persone.

Quando una donna decide in autonomia come gestire la sua sessualità, si punta sempre il dito contro di lei.


Non riusciamo ancora a liberarci dei pregiudizi verso la vita sessuale delle persone. Un aiuto potrebbe arrivare dalle testimonianze di chi usa la PrEP: il punto di vista del vissuto emotivo potrebbe avvicinare alla PrEP senza stigmatizzare chi ne fa uso. Se anche tu vuoi condividere la tua storia con la PrEP, scrivi un testo (300/500 parole) e inviacelo a info@prepinfo.it.

Puoi raccontarci perché hai scelto la PrEP e cos’è cambiato nella tua vita sessuale, ma anche, più semplicemente, come hai scoperto questo metodo preventivo, quale centro te l’ha prescritto e come ti sei trovato/a. 

Preferiremmo che le testimonianze non fossero anonime: la trasparenza è importante per creare un’onesta discussione pubblica sulla PrEP e sulla salute sessuale. Capiamo però che per alcune persone non è facile esporsi: in questo caso nella tua testimonianza potresti motivare perché hai scelto l’anonimato; così da sottolineare quanto sia ancora presente lo stigma verso le scelte sessuali delle persone.

In origine c’era solo il preservativo, poi sono arrivati:

  • U=U, in presenza di una carica virale stabilmente non rilevabile il rischio di trasmissione dell’HIV è zero. “Undetectable equals Untransmittable” ovvero “Non Rilevabile è uguale a Non Trasmissibile”
  • la PrEP, un farmaco da prendere prima e dopo un rapporto sessuale per proteggersi dall’HIV
  • La PEP è sempre un farmaco che però va assunto solo dopo un rapporto a rischio, entro 48 ore. Evita che HIV si riproduca nell’organismo. Va richiesto in un pronto soccorso e, dopo la valutazione di unə infettivologə, andrà preso per 28 giorni.

In Canada si sta sperimentando anche la PIP, PEP in your pocket:

Avere in tasca un farmaco da assumere dopo un rapporto a rischio senza dover andare in pronto soccorso potrebbe diventare un nuovo strumento di prevenzione, soprattutto per chi ha pochi rapporti a rischi l’anno.

La PIP è sostalziamente la PEP, con la differenza che non c’è bisogno di rivolgersi a un pronto soccorso soccorso perché si ha già la PEP con sé (in your pocket – nella tua tasca, appunto). Non sempre è infatti facile accedere a un pronto soccorso, per mancanza di mezzi di trasporto ad esempio.

L’idea di questa modalità è venuta al team di ricerca di Isaac Bogoch che ha deciso di sperimentarla in due cliniche HIV a Toronto. Alle persone che hanno dichiarato al massimo 4 rapporti a rischio HIV in un anno è stata proposta una prescrizione di PEP così da poterla usare in caso di necessità, ad esempio:

  • dopo la rottura del preservativo o un suo non utilizzo
  • dopo la condivisione di strumenti per l’uso di sostanze per via iniettiva
  • dopo una violenza sessuale

Allo studio hanno partecipato 112 persone e 35 hanno ricorso la PIP in caso di necessità e 19 di questo ne hanno fatto uso più volte. Alcune persone in PrEP, dopo aver scoperto la PIP, hanno deciso di interromperla e hanno optato per la PIP, visto la scarsa frequenza di rapporti sessuali. Altre, invece, dopo il ricorso alla PIP hanno deciso di inziare la PrEP.

“La PIP è una strategia innovativa di prevenzione dell’HIV per persone con una minore frequenza di esposizione all’HIV e fornisce loro autonomia e libertà d’azione”, ha dichiarato il team di ricerca. “Lə pazienti possono passare dalla PIP alla PrEP in base all’evoluzione del rischio”.

“Non tuttə vogliono aspettare quattro ore in un affollato pronto soccorso alle 2 del mattino e parlare con unə perfettə sconosciutə della propria vita sessuale. Trattiamo lə adultə come adultə e diamo loro il ciclo completo di PEP in anticipo. Funziona e le persone sono felici”.

“Niente è scolpito nella pietra e seguiamo regolarmente i pazienti per rivalutare le loro esigenze di prevenzione dell’HIV. Le persone non seguono un percorso lineare nella vita e il rischio di HIV è dinamico. Lavoriamo con lə pazienti per adattare la loro modalità di prevenzione dell’HIV alle loro esigenze attuali e future. Questo è un approccio centrato sul paziente e basato sull’evidenza”.

Traduzione dell’articolo: PEP-in-Pocket Is Another Option for HIV Prevention

Abbiamo scritto un libro! Lo abbiamo fatto collettivamente, perché volevamo rompere il muro del silenzio e dello stigma dell’HIV unendo più voci: Si chiama Sierocoinvoltə: la rivoluzione sessuale riparte dall’HIV ed è edito da Eris Edizioni.

È un racconto che accoglie una coralità di visioni, molte delle quali sono passate sotto silenzio per anni. Un modo per ripercorrere il passato, fotografare il presente e pensare un futuro sierocoinvolto. 

Il testo è stato pensato come un viaggio nel Paese delle Meraviglie: vi ritroverete nei panni di un’Alice curiosa circondata da Stregattɜ, Cappellaiɜ, Regine di cuori e altre Alici, in una Wonderland piena di perché ancora da sciogliere. Sono passati oltre 40 anni dall’isolamento del virus dell’HIV, ma sul tema ancora oggi la confusione è tanta. Qual è la differenza tra HIV e AIDS? Cosa è la carica virale? Cosa vuol dire sierocoinvolgimento?

C’è bisogno di parlare di prevenzione, di trovare le parole giuste e combattere stigma e sierofobia, ma anche di normalizzare le conversazioni attorno al sesso e al safer sex, rivendicando anche un linguaggio fieramente “cazzone”.

Concentrato sulla situazione italiana, fatta di assenze istituzionali che hanno reso fondamentale l’attivismo e il lavoro delle associazioni, questo testo vuole raccontare il potere sovversivo della visibilità, cos’è la PrEP, dove e come fare i test, la centralità delle reti sociali e delle relazioni e molto altro, perché HIV non è solo “scienza” ma è anche e soprattutto comunità. Per cambiare il paradigma c’è bisogno di tuttə, perché siamo tuttə sierocoinvoltə.

Sogniamo un tour di presentazioni speciali, fatte di reading, workshow, talk e confronti, che mantenga lo spirito collettivo che anima il libro, e che arrivi anche in quegli spazi indipendenti che sono costretti a grandi sforzi per ospitare eventi.

Chi ha scritto e disegnato vive in città differenti e lontane, e ci piacerebbe che l’incontro avvenuto nel freddo delle proprie camerette si concretizzasse nel calore delle diverse presentazioni in presenza che stiamo già programmando, e di quelle che verranno.

Vuoi essere anche tu diffondere questa rivoluzione sessuale che riparte dall’HIV?

Una tre giorni al Plus Roma Check Point dove attivistə sierocoinvoltə si sono confrontatə e formatə sulla PrEP e la salute sessuale.



Scarica le slide

La prevenzione combinata

m. Falaguasta, Prep in italia e presidente anlaids padova

Piacere sessuale e Stigma

v. calvino, presidente anlaids

Lo stato dell’arte della PrEP

a. antinori, istituto spallanzani

Chemsex e riduzione del rischio

F. Leserri, presidente plus roma

I centri Community-based

l. del negro, coordinatore checkpoint plus roma

Advocacy sul territorio

m. Falaguasta, Prep in italia e presidente anlaids padova

Peer Counselling

F. Leserri, presidente plus roma

Per chi è la PrEP?

M. Stizioli, prep in italia e Claudia Ska

Il residenziale è stato realizzato grazie a una donazione di ViiV Healthcare SRL.

Insieme a Plus Roma , abbiamo presentato un poster alla Conferenza Europea AIDS a Varsavia: abbiamo illustrato l’evoluzione della PrEP in Italia dal 2019 al 2022 e le barriere che bisogna ancora affrontare.

Scopo
Il rimborso della PrEP è stato adottato in Italia nel maggio 2023, esclusivamente attraverso centri clinici e non sono disponibili dati ufficiali sulla PrEP. Il nostro monitoraggio dei servizi PrEP è servito per identificare le barriere all’accessibilità della PrEP in Italia.

Metodi
L’organizzazione comunitaria “Plus Roma” e la rete di attivisti “PrEP in Italia” nel 2019, 2021 e 2022 hanno mappato i centri prescrittori di PrEP (PPC) esistenti in Italia e hanno proposto loro un sondaggio online per conoscere il numero di utenti PrEP e le caratteristiche dei servizi. I dati sono stati analizzati utilizzando statistiche descrittive.

Risultati
Dal 2019 al 2022, il numero di utenti PrEP segnalati in Italia è cresciuto del 1186%, con una distribuzione stabile tra le popolazioni chiave e una predominanza continua di GBMSM. Nel 2022 il 66% degli utenti PrEP segnalati erano seguiti nel Nord Italia.

I PPC mappati sono aumentati del 227% dal 2019 al 2022. Il tasso di risposta dei PPC è stato del 100% nel 2019, del 50% nel 2021 e del 65% nel 2022.

Nel 2022, su 72 PPC mappati solo due erano centri basati sulla comunità (CBC). La PrEP costava circa €60 per 30 compresse. Il 35% dei PPC addebitava fino a €36 per le visite. I pannelli ematici obbligatori e gli screening per le IST costavano fino a €150 (media di €60).

Conclusioni
Questa ricerca ha evidenziato una serie di barriere che bisognerebbe abbattare per aumentare l’accesso alla PrEP in Italia. I seguenti interventi potrebbero eliminare efficacemente queste barriere:

  • rimborso anche per gli screening IST e le visite;
  • più centri anche nel Sud Italia;
  • sensibilizzazione tra le donne e gli uomini cisgender eterosessuali.

E’ necessario che la PrEP possa essere prescritta anche dai CBC, fondamentali per la copertura della PrEP tra le popolazioni chiave. Il monitoraggio continuo guidato dalla nostra comunità sarà fondamentale per valutare i progressi nell’affrontare le barriere identificate.

il 15 settembre 2023 la Commissione Europa ha autorizzato la commercializzazione della PrEP iniettabile in tutti gli stati membri.

Questa versione della PrEP è da quasi 2 anni disponibile negli USA e si chiama Apretude, ma più nota con il nome del principio attivo Cabotegravir.

Grazie al Cabotegravir non dovremo più ricordarci di prendere una pillola ogni giorno (la PrEP “classica”) per proteggerci dall’HIV, ma potremo fare un’iniezione sul gluteo ogni 2 mesi.

Cabotegravir, inoltre, è approvata per tutte le persone ed è efficace sia per il sesso anale che per il sesso vaginale.

Ma quando arriverà la PrEP iniettabile in Italia?

Entro 60 giorni AIFA (l’Agenzia del Farmaco italiana) deve classificare il farmaco che poi potrà essere commercializzato.

Parallelamente ViiV Healthcare – la casa farmaceutica titolare del brevetto – può fare domanda di rimborsabilità, cioè la gratuità del farmaco a carico del Servizio Sanitario Nazionale (SSN).

Ed eccome il tasto dolente: un’iniezione potrebbe costare più di 1000 euro. Al momento non sappiamo cosa ViiV abbia intenzione di fare:

  • se venderla al pubblico: ma c’è mercato per un farmaco così costoso?
  • oppure se chiedere la rimborsabilità: AIFA accetterà questa richiesta, anche a fronte del fatto che solo pochi mesi fa è stata decisa la rimborsabilità della PrEP in pillole?

Per avere la PrEP iniettabile in Italia dovremo aspettare che scada il brevetto della ViiV? Vorremmo proprio di no

PrEP in Italia e Plus Roma organizzano il primo residenziale per rafforzare la community delle persone in PrEP e fornire gli strumenti per promuovere la PrEP e la salute sessuale nella propria comunità e nel proprio territorio. Durante il residenziale

  • approfondirai la prevenzione combinata;
  • abbatterai i tabù sulla PrEP e su chi la usa;
  • incontrerai attivistə da tutta Italia;
  • imparerai a fare counseling per supportare chi vuole iniziare la PrEP. 

Questo residenziale può esserti utile se

  • sei in PrEP e hai voglia di fare rete con altre persone che la usano;
  • fai parte di un collettivo o un’associazione e ti senti spaesatə quando ti chiedono informazioni sulla PrEP;
  • lavori nel sociale o come operatorə sanitariə e vorresti informare lə tuə utenti sulla PrEP.

Dove e quando si terrà il residenziale?

A Roma da venerdì 3 novembre a domenica 5 novembre.
Maggiori dettagli saranno forniti alle persone selezionate.

Quanto costa? 

È gratuito! Il costo del residenziale,  del viaggio, del vitto e dell’alloggio saranno coperti dall’organizzazione. 

Chi può candidarsi?

Chiunque voglia impegnarsi per la PrEP e per il diritto a una sessualità libera.

Fino a quando ci si può candidare?

Venerdì 15 settembre 2023 compreso.

Quando si saprà chi è statə selezionatə?

Entro i primi di ottobre contatteremo le persone selezionate.

Come saranno selezionati lə partecipanti?

Lə partecipanti saranno selezionatə per rappresentare in maniera adeguata le regioni italiane, le diverse popolazioni e creare un gruppo eterogeneo. 

Puoi partecipare solo a partire da sabato mattina. È un problema?

No, ma ricordati di segnalarlo nel form. 

A chi puoi rivolgerti per avere informazioni sul PrEPCAMP?

Scrivi a prep@plusroma.it 

I tuoi dati personali saranno tutelati?

Compilando la domanda di partecipazione acconsenti al trattamento dei tuoi dati sensibili che utilizzeremo solo per contattarti se sarai selezionatə. Leggi l’informativa completa.

Come candidarsi?

Il residenziale è stato realizzato grazie a una donazione di ViiV Healthcare SRL.

Il 16 giugno 2023 abbiamo presentato alla conferenza italiana HIV i dati sulle persone che usano la PrEP in Italia.

La ricerca è stata possibile grazie ad una donazione di ViiV Healthcare SRL.

Background
In Italia non esistono ancora statistiche ufficiali sulle persone che utilizzano la PrEP e sulle modalità di accesso ai centri che la prescrivono. Il primo rilevamento di questo tipo è stato promosso nel 2019 dall’associazione PLUS, network delle persone LGBT che vivono con HIV, a cui è seguito un secondo rilevamento presentato l’anno scorso sempre alla conferenza ICAR.

Metodi
Ritenendo importante avere annualmente un quadro sull’andamento dei servizi PrEP sul territorio italiano, il collettivo PrEP in Italia, insieme a Plus Roma, ha promosso una nuova indagine con lo scopo di raccogliere informazioni generali sui centri e capire come è cambiata la demografia delle persone che utilizzano la PrEP.

Risultati
Il questionario è stato compilato da 47 centri: 19 al nord, 19 al centro e 9 al sud e nelle isole. Come già evidenziato dalla scorsa survey il dato più rilevante è l’importante crescita del numero di utilizzatori della PrEP. L’incremento rispetto al 2021 è stato del 77%. A dicembre 2022 risultano infatti 6444 persone seguite per la PrEP rispetto ai 3641 utenti del 2021.

La maggior parte sono ancora maschi che fanno sesso con maschi -corrispondenti al 95,6% degli utilizzatori totali- e, come nel precedente rilevamento, risulta ancora un netto divario tra il numero di utilizzatori al nord Italia e al sud Italia (nello specifico il 65,78% vive al nord; il 28,49% al centro e solo il 5,63% al sud).

Quanto alle specifiche key population nonostante il 40% dei centri clinici abbia almeno un utilizzatore di chems e un/a sex worker in follow-up, ben l’83% dei suddetti centri non ha attivato alcuna partnership con i servizi community based.

Rispetto alla precedente indagine abbiamo raccolto i dati anche delle persone che hanno interrotto la PrEP (537 users). Ci sono state 4 sieroconversioni dovute ad una aderenza sub-ottimale; 10 sospensioni per decremento della funzionalità renale; 20 persone che non tolleravano la nausea e gli effetti gastrointestinali di TDF/FTC; i restanti utenti hanno invece sospeso per inizio di una relazione
monogama o per motivi che hanno preferito non specificare.

persone che hanno interrotto la PrEP

Recentemente è stata deliberata la rimborsabilità del farmaco da parte del SSN e dunque, da questo punto di vista, la situazione sarà uniforme in tutto il territorio nazionale. Quanto ai costi per visite ed esami, la situazione continua invece a variare da regione a regione, con una media di spesa di 60€, fino ad arrivare a 150€.


Per il futuro abbiamo chiesto ai centri se fossero favorevoli ad introdurre il regime CAB-LA, qualora venisse approvato, e ad utilizzare gli strumenti della telemedicina per il follow-up degli utilizzatori. Le risposte favorevoli sono state pari, rispettivamente, all’87,5% e al 68,8% dei centri.

Conclusioni
In conclusione si può dunque affermare che i costi continuano a rappresentare una importante barriera all’accesso alla PrEP e che è inoltre necessario semplificare le modalità per l’inizio di tale percorso e i conseguenti follow-up. La popolazione che utilizza di più la PrEP è ancora quella degli MSM e che l’accesso alla PrEP sul territorio italiano risulta ancora disomogeneo, con grande disparità tra nord e sud (il 44% degli utilizzatori totali è seguito a Milano).

Dopo l’importante passo compiuto con la decisione di rendere rimborsabile la PrEP da parte del SSN è necessario rinforzare le partnership tra istituzioni che si occupano della salute pubblica, centri clinici e organizzazioni community-based per rendere la PrEP veramente accessibile a tutte le persone che intendono utilizzarla.

Riportiamo il bellissimo post di Gea de La camera di Valentina. Seguila su Telegram e Instagram!

L’illustrazione è di acosapensifrannie.

Avrete visto la notizia secondo la quale l’AIFA renderà gratuita sia la PrEP sia la pillola anticoncezionale. Un traguardo notevole che permetterà una democratizzazione delle risorse per la propria autonomia individuale e, di riflesso, collettiva.

Non so se invece avete notato la fiumara di commenti, anche da parte di professionisti, a riguardo. Niente paura: la vostra cacciatrice di sessuofobia farà una sintesi del best of per riconoscere insieme dove e come unu spauracchiasesse può nascondersi.

Il paternalismo medico:
Il professionista strilla “non sono caramelle” e sarà pronto a fare da memento mori, perché alla fine c’aveva ragione Foucault: dove non arriva la chiesa, c’è la medicina a circoscrivere le sesse entro i limiti del decoro e del moralismo.

Dare per scontato che questo livello di paternalismo sia addirittura necessario contraddice la figura professionale “sexpositive” che vuole parlare di sesso perché è giusto; se la prima premura è quella di anticipare eventuali “esagerazioni”, se si crede che un dispositivo medicale reso gratuito comporti automaticamente delle azioni irresponsabili, si rivela più il proprio posizionamento moralista che altro.

Non vedere come questo atteggiamento sia parte del problema per cui moltu non chiedono informazioni, supporto e aiuto è più grave di gente che va a scopare in giro.

La misoginia:
E che lo dico a fare: rendere gratuita la pillola anticoncezionale significa dare via libera a “tutte troie”. Il commentatore Alpha Man si dimentica che, in caso di eventuale gravidanza, è comunque un pene che completa la fecondazione. Ne deriva che, ci potrà pure essere una persona con utero che va in giro a scopare come se non ci fosse un domani (e noi, che la sessuofobia la mangiamo e la caghiamo via, sappiamo che non c’è nulla di male in ciò), ma deve essercene, in egual misura, anche una con pene.

Però il pronto Alpha Man è cresciuto con la consapevolezza che una vita sessuale attiva è degradante sì, ma solo se sei socializzatu come donna. Altrimenti tutto è lecito.

La queerfobia:
Ma cosa mi digitate “love is love” se poi l’idea di una persona queer che scopa in giro vi terrorizza? Se l’idea che lo stesso livello di libertà e accessibilità che le persone etero e cisgenere hanno vi fa dire “eh ma loro devono stare più attentu”?

L’ancoraggio a un immaginario sporco e promiscuo della comunità queer (che tu ti riconosca all’interno di essa, o da fuori) è ciò che c’è dietro i grossi dubbi sollevati circa la “sicurezza” della PrEP resa gratuita; ritenere che le persone queer siano automaticamente più spericolate è queerfobia; attaccarsi morbosamente ai come, perché e se della loro vita sessuale, è queerfobia. Ritenere che la vostra opinione sulla loro vita sessuale sia valida o necessaria, è sessuo-queerfobia. Mollateci.

Il classismo:
C’è chi ha avuto il coraggio e la sfrontatezza di scrivere che, con la gratuità, non ci sarà fine al peggio. Invece di realizzare quanto si tratti meramente di privilegi e nient’altro che questi, c’è chi si illude che il proprio prestigio economico sia sinonimo di decenza. Dunque, di nuovo: l’ossessione che le classi privilegiate hanno nel guardare e giudicare la vita sessuale altrui è anche strumento per bilanciare, valutare e decretarne il buon costume. Ah, come no.

Paternalismo, misoginia, queerfobia e classismo prolificano a prescindere che si tiri in ballo la sessuofobia, su questo non c’è dubbio.

Ma quando si tratta della vita sessuale (e diritti derivati) di un individuo o di una comunità, il peso di pregiudizi, terrorismi psicologici, normatività e discriminazioni sistemiche si fondono con una sessuofobia radicata.

Per questo motivo è possibile ricondurre a essa e riconoscerne gli intrecci, anche quando sembra solo paternalismo, o sola misoginia, o sola queerfobia, o solo classismo.

Riportiamo la traduzione di un post di hivstigmafighter del 24 febbraio 2023. Parla dei Paesi Bassi, ma il discorso ha assolutamente senso anche per il contesto italiano. Traduzione e copy di Svergognatah

Ciao amici e amiche, oggi voglio condividere con voi la mia opinione sulla PrEP (profilassi pre-esposizione). Essere in PrEP significa prendere una pillola che impedisce di contrarre l’infezione da HIV. È scientificamente provato che con la modalità giornaliera la PrEP è efficace per le donne.

Come ci comportiamo nei Paesi Bassi per quanto riguarda la PrEP? Siamo inclusivi?

Recentemente ho scritto su Instagram qualcosa sulla PrEP per le donne, e in seguito una donna con un background migratorio mi ha contattato e mi ha detto:

Non sono una sex worker, ma mi piace fare sesso con gli uomini; ho paura però di contrarre l’HIV perché non sempre usiamo il preservativo. Mi è stata negata la PrEP e il medico mi ha detto che non rientro nei criteri del gruppo a rischio”

Da quando il virus dell’HIV ha dei criteri?

Mi sembra che il virus dell’HIV vinca tutti i trofei quando si tratta di diversità! All’HIV non frega niente del genere, dell’orientamento sessuale o del background etnico. Quindi, se la PrEP è progettata per prevenire l’HIV, le donne dovrebbero avere un accesso equo alla PrEP. Le donne hanno il diritto di proteggersi dall’HIV proprio come tutti gli altri che possono accedere alla PrEP senza problemi!

Liberi da HIV e AIDS? Non escludiamo nessuno dai programmi di prevenzione!

Come possiamo sognare di porre fine all’HIV e all’AIDS con soluzioni comprovate entro il 2030 se le donne, soprattutto quelle con un background migratorio, vengono ancora ignorate nei programmi di prevenzione? Non dovremmo forse concentrarci sul mantenimento delle nostre promesse di porre fine all’HIV/AIDS entro il 2030 e includere urgentemente le donne nei programmi di PrEP sin da subito?!

Il cambiamento deve iniziare ora. PrEP per le donne ora!

Andiamo avanti insieme,
Eliane


Non riusciamo ancora a liberarci dei pregiudizi verso la vita sessuale delle persone. Un aiuto potrebbe arrivare dalle testimonianze di chi usa la PrEP: il punto di vista del vissuto emotivo potrebbe avvicinare alla PrEP senza stigmatizzare chi ne fa uso. Se anche tu vuoi condividere la tua storia con la PrEP, scrivi un testo (300/500 parole) e inviacelo a info@prepinfo.it.

Puoi raccontarci perché hai scelto la PrEP e cos’è cambiato nella tua vita sessuale, ma anche, più semplicemente, come hai scoperto questo metodo preventivo, quale centro te l’ha prescritto e come ti sei trovato/a. 

Preferiremmo che le testimonianze non fossero anonime: la trasparenza è importante per creare un’onesta discussione pubblica sulla PrEP e sulla salute sessuale. Capiamo però che per alcune persone non è facile esporsi: in questo caso nella tua testimonianza potresti motivare perché hai scelto l’anonimato; così da sottolineare quanto sia ancora presente lo stigma verso le scelte sessuali delle persone.